Perché poi c’è questo lievissimo dettaglio: il principale partito della sinistra italiana è stato finanziato per tutta la sua vita dalla nazione-guida dello schieramento opposto rispetto a quello cui apparteneva l’Italia. Quello occidentale, della Nato, dell’economia di mercato, della libertà. E non esiste un protagonista-uno della storia della sinistra che sia stato chiamato a rispondere di quest’enormità geopolitica, storica, morale.
Non paghi di averla sfangata, oggi fanno la predica democratica a Salvini per i rapporti con Putin. Per chi scrive, peraltro, il Capitano farebbe bene a sciogliere definitivamente la sua ambiguità a cavallo tra Mosca e Washington, e a scioglierla in direzione della libertà, quindi dell’Atlantico e non degli Urali. Ma ricevere lezioni anti-moscovite da uno come Zingaretti, che nel suo libro ha appena sostenuto come senza l’Urss non sarebbe stato possibile “il compromesso sociale che oggi in Europa è un esempio per tutto il mondo civilizzato” e che è continuatore esplicito di una politica foraggiata per decenni dai rubli, e dai rubli di un orrendo totalitarismo ben peggiore della certo non inviadibile autocrazia putiniana, è surrealismo puro.
Giovanni Sallusti, 10 luglio 2019