Solo Trump può salvarci dalla deriva green dell’Ue

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Trump Ursula

Alla fine Ursula von der Leyen è riuscita ad ottenere l’agognata riconferma alla guida della nascitura Commissione europea. Non prima però di aver gettato la maschera e di aver reso noto il suo programma di governo, che, manco a dirlo, sarà ancora una volta incentrato sul Green Deal. Nessun passo indietro, dunque, in tema di politiche ambientali, con gli ambiziosi obiettivi già fissati nel precedente mandato che resteranno tali, e la promessa di ulteriori passi avanti nella strada che dovrebbe condurre alla decarbonizzazione, con un piano industriale mirante alla riduzione delle emissioni di gas serra prodotte dalle industrie, da lanciare nei primi cento giorni di governo.

Sulla prosecuzione dell’impegno per la transizione ecologica, fondamentale per accaparrarsi le simpatie dei Verdi (e insieme a queste anche i voti necessari per bissare il risultato del 2019), Ursula von der Leyen ha compiuto una decisiva scelta di campo, spalancando di fatto le porte della sua maggioranza ai movimenti ecologisti, e sbarrandola definitivamente ai conservatori. Mai l’eurogruppo presieduto da Giorgia Meloni avrebbe potuto accettare delle linee programmatiche perfettamente in continuità con quelle del mandato appena concluso, e piegarsi alle perverse logiche del Green Deal europeo, da sempre osteggiate dal blocco di deputati conservatori.

In nome della coerenza e del rispetto della volontà popolare, il primo partito italiano sarà dunque ancora una volta opposizione in Europa. E d’altronde, dinanzi alla decisione di Ursula di proseguire dritta come un treno sulla strada della rivoluzione verde, Giorgia non avrebbe potuto fare diversamente. Attenzione però: perché il percorso turbo-ecologista intrapreso dalla Commissione potrebbe presto rivelarsi minato.

L’arrivo, ormai sempre più probabile, di Donald Trump alla Casa Bianca dovrebbe infatti coincidere con un radicale cambio di passo delle politiche Usa in materia di clima. Non per nulla, il tycoon ha già annunciato in tempi non sospetti di voler sfilare gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima. A quel punto, sarebbe Ursula a ritrovarsi di colpo isolata e costretta a dover rivedere al ribasso i suoi ambiziosi progetti climatici, mentre Giorgia, dal canto suo, si accrediterebbe come principale interlocutore europeo del prossimo presidente degli Stati Uniti d’America.

Salvatore Di Bartolo, 20 luglio 2024

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