Che fine ha fatto Elly Schlein? E soprattutto: lo slancio che aveva indubbiamente dato al Pd si sta esaurendo? Se lo chiedono i commentatori, ma soprattutto se lo chiedono i dirigenti del Pd che speravano in una lunga rincorsa verso Giorgia Meloni. Per ora i due appuntamenti elettorali (il Friuli Venezia Giulia e le comunali) non sono andati come sperato. Certo ci sono da attendere i ballottaggi, e di sicuro un appiglio per rivendicare una qualche vittoria non mancherà, però le uscite sull’armocromista, la censura a Eugenia Roccella e l’alluvione in Emilia Romagna hanno dato il segno di un leader in difficoltà. Senza contare che anche all’interno del partito i mugugni non mancano. C’è chi ha sbattuto la porta e se ne è andato con Renzi. Chi medita di fare altrettanto. Chi ha scritto nero su bianco l’intenzione di dare battaglia per un Pd più riformista, cattolico, e un po’ meno gender-fluid. E chi non manca di far notare ai cronisti che i sondaggi non stanno poi andando così bene.
I sondaggi
L’ultimo in ordine di tempo l’ha pubblicato ieri il Corriere della Sera a cura di Nando Pagnoncelli. Il dato è chiaro: al 25 maggio 2023 il Pd è fermo al 20,4%, in calo dello 0,3% rispetto alla scorsa settimana. Certo: parliamo di qualche punto percentuale in più rispetto al baratro dove erano caduti i dem nella fase post-elettorale (16,3% il punteggio minimo), però non siamo neppure così sopra rispetto al 19,1% raccolto da Letta alle politiche del 2022 e ben 2 punti percentuali sotto il 22,7% delle europee del 2019. Da contraltare fanno i dati di Fratelli d’Italia, che dal 6,5% delle europee è passato al 26% delle politiche e che con Meloni a Palazzo Chigi ha continuato a salire per attestarsi intorno al 29,6%. Nell’ultima settimana in crescita dello 0,6%.
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A preoccupare Elly Schlein però non dovrebbe essere tanto la sfida personale con Giorgia Meloni. Le elezioni si vincono sempre in coalizione e da quel punto di vista il centrosinistra sta messo male. Innanzitutto perché l’accordo Pd-M5S è tutto da definire e a fino alle europee non se ne parla. E poi perché i sondaggi dicono che la distanza dal centrodestra è mastodontica. Basta fare le somme: la maggioranza oggi raccoglie il consenso del 46,5% degli elettori contro il 25,7% del centrosinistra. Anche sommando i voti dei Cinque Stelle, il risultato non cambierebbe: la coalizione giallo-rossa arriverebbe al 40,7%, quasi sei punti sotto il centrodestra. Per impensierire Meloni, Elly dovrebbe mettere insieme tutte le opposizioni da Renzi a Calenda, fino ad arrivare a Bonelli. Una impresa più da fantapolitica che da lettura della realtà.