In un’epoca segnata da trasformazioni sociali ed economiche di vasta portata, il panorama politico si muove. Al centrodestra di governo, compatto ma diviso su alcuni temi, si contrappone un centrosinistra ancora alla ricerca di un’alleanza difficile da costruire. Intanto il governo ha compiuto i due anni dai vita e nonostante tutto, secondo un sondaggio pubblicato dal Corriere della Sera, FdI continua a consolidare intenzioni di voto superiori alle Politiche che hanno incoronato Meloni premier.
L’indice di gradimento del governo
L’approvazione dell’attuale esecutivo ha subito un calo, attestandosi ad un indice di 41 con una diminuzione di tre punti percentuali rispetto all’anno scorso e di 13 punti rispetto all’insediamento. Un dato di cui preoccuparsi? Non esattamente. Il trend a confronto con le esperienze di governi precedenti durati oltre due anni non è così negativo: il governo Berlusconi IV aveva registrato un calo di ben 16 punti, mentre quello di Renzi ne aveva persi 23.
Particolarmente rilevante è l’analisi del gradimento tra le varie classi sociali. Le flessioni più marcate si notano tra le classi più popolari, specialmente in fasce di età avanzata, tra persone con bassi livelli di istruzione, condizioni economiche precarie, disoccupati, casalinghe e operai. Questo conferma una dinamica storica: la gestione concreta del governo spesso porta a disillusione quegli strati della società che in precedenza erano più inclini a credere nelle promesse elettorali.
I sondaggi
Orientando lo sguardo verso le preferenze di voto, si osserva che Fratelli d’Italia continua a guadagnare terreno, raggiungendo il 27,6% rispetto al 26% del 2022. Lo segue il Partito Democratico al 22,5% (in crescita) e il Movimento 5 Stelle al 13,3%. Quest’ultimo, nonostante una diminuzione rispetto alle ultime elezioni disastrose, si mantiene sopra il 10% nonostante i risultati ottenuti nelle elezioni europee e locali. E nonostante la lotta intestina tra Conte e Grillo. Tra le formazioni minori spicca il risultato di Avs, che si attesta al 6%.
Analizzando il profilo socio-demografico dei sostenitori dei principali partiti, emergono dati interessanti: Fratelli d’Italia attrae un elettorato eterogeneo, mostrando alcune debolezze tra giovani, laureati e studenti. Il Partito Democratico, al contrario, sembra fare breccia in un elettorato di età più avanzata e con un livello di istruzione elevato, mentre il Movimento 5 Stelle trova il suo bacino principale tra gli elettori economicamente meno agiati, con una forte presenza nel Sud Italia.
Un aspetto sempre più rilevante è la volatilità elettorale: circa due terzi degli elettori di Fratelli d’Italia e il 62% di quelli del Pd ammettono di considerare l’opzione di votare per un’altra formazione. Gli elettori del Movimento 5 Stelle, invece, mostrano una maggiore lealtà, essendo l’unico partito in cui la maggioranza degli elettori si dichiara non incline a cambiare preferenza.
Le coalizioni
E guardiamo adesso all’unico dato che davvero può far capire se Elly Schlein è in grado di contendere la poltrona di premier a Giorgia Meloni. Ad oggi la somma dei voti del centrodestra segna 45,3%. Per il centrosinistra o il campo largo il calcolo è un po’ più complicato. Senza un accordo con il M5S, i dem non hanno scampo: il centrosinistra “classico”, anche inglobando i centristi di Renzi e Calenda, non va oltre il 35,8% dei voti. Con Conte, invece, la partita si aprirebbe e permetterebbe al campo “larghissimo” (Pd, M5S, AVS, IV e Azione) di raggiungere quota 48,1%. La domanda è: riusciranno ad appianare le liti e le tensioni tanto da unire le forze alle elezioni e poi formare un esecutivo stabile?