Secondo un recente, allarmante sondaggio sulle mascherine, realizzato da Emg-Different/Adnkronos, ben 7 italiani su 10 dichiarano di continuare ad utilizzarle anche quando ne verrà tolto l’obbligo. Mentre solo il 27% degli intervistati sostengono di volersene disfare appena possibile. Si tratta in quest’ultimo caso di una sempre più ristretta riserva indiana di cittadini avvertiti che rischiano di venire spazzati via dalla corrente impetuosa di un conformismo sanitario che, in un sol colpo, ha completamente annichilito quello che una volta veniva definito Stato liberale.
Bavaglio democratico
Da qui si capisce ancor più in radice il motivo per cui l’ampia maggioranza di governo sia così titubante nell’allentare la morsa delle restrizioni, malgrado una situazione ospedaliera ben più tranquilla rispetto allo scorso anno, potendo anche contare sul supporto fondamentale dei vaccini. Tant’è che il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, da sempre appartenente all’area liberale, ha timidamente ventilato la possibilità di eliminare l’obbligo di questa sorta di bavaglio democratico già, pensate un po’, alla fine di agosto. D’altro canto anche tra la sparuta pattuglia di giornali aperturisti la mascherina continua ad essere considerata come il principale strumento di protezione nei riguardi della pandemia, sebbene chi non l’abbia adottata neppure al chiuso, come nel caso della Svezia, registri una mortalità da Covid-19 assai più bassa della nostra.
Di fatto l’obbligo della mascherina in ogni ambito, con l’unica eccezione di poterla abbassare solo quando si garantisca l’isolamento dalle altre persone, rappresenta un colossale e lunghissimo trattamento sanitario obbligatorio. Tso che, secondo l’articolo 32 della Costituzione, deve essere necessariamente disposto con legge ordinaria. Ma non basta. Dato che con la medesima legge ordinaria qualunque obbligo di tipo sanitario potrebbe essere imposto, compreso quello di far indossare a tutti il cappello per evitare insolazioni o quant’altro, lo stesso articolo 32 sancisce un principio che in questa tragedia sanitaria è stato infranto infinite volte: “La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
Mascherina inutile all’aperto
E a mio avviso, dal momento che soprattutto all’aperto non esiste uno straccio di studio scientifico che dimostri l’efficacia dell’uso massivo della mascherina – semmai ce ne sono a iosa che portano a pensare che essa non serva – l’averla imposta per decreto, dopo aver terrorizzato in lungo e in largo il Paese, costituisce una aperta violazione degli stessi limiti del rispetto della persona umana. Lo è stato e lo continua ad essere tanto nei confronti di chi, non essendosi fatto terrorizzare dal giornale unico del virus, la considera una misura inaccettabile in un Paese civile, quanto nei riguardi di quella enorme massa di individui impauriti che sono stati indotti a credere che il Sars-Cov-2 circolasse libero nell’aria, pronto a devastare chiunque incontrasse senza la salvifica mascherina di “protezione individuale.”
In ultima analisi, questo è altri obblighi e divieti che sono stati adottati a tempo indeterminato, i quali hanno di fatto stravolto la nostra esistenza, sono stati deliberati con impressionante facilità e chi oggi tenta almeno di discuterne i fondamenti, visto che tali obblighi sono ancora in gran parte in vigore, non può essere liquidato come un pedante leguleio. Anche perché si è strutturato un inusitato precedente che dura ininterrottamente da quasi un anno e mezzo. Il precedente di una repubblica sanitaria di stampo talebano che, soprattutto per noi liberali, non sembra molto rassicurante per il futuro.
Claudio Romiti, 6 giugno 2021