Politica

La corsa al voto

Sondaggione elettorale: vola la Meloni, Calenda e Di Maio non esistono

La rilevazione registrata da Quorum e YouTrend: Fdi in vetta, il leader di Azione con un misero 2%

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Brutte notizie per l’onnipresente Carlo Calenda, che al momento colleziona più ospitate tv che voti. Ottime, invece, per Giorgia Meloni e l’intero centrodestra che vedono con favore l’avvicinarsi dell’apertura delle urne il prossimo 25 settembre.

La fiducia nei leader

Quorum e YouTrend hanno realizzato un sondaggio per Sky Tg24 da cui emerge chiaramente che, per ora, gli italiani stanno volgendo lo sguardo a destra. Il primo indicatore arriva dalla “fiducia” verso i vari leader: se Sergio Mattarella e Mario Draghi sono comprensibilmente davanti a tutti visto il loro ruolo, il primo politico per “fiducia” negli elettori è la leader di Fdi. Meloni colleziona un 40% con molta e abbastanza fiducia, il 54% con poca o nessuna fiducia. Subito dietro ci sono Berlusconi e Conte. Non pervenuti né Letta (25% di consensi positivi), così impegnato a fare alleanze, né Calenda, così bravo nel distruggerle.

La partita degli astenuti

Va sottolineata, comunque, la sfiducia generale degli italiani verso la politica, cosa che probabilmente si rifletterà nel forte astensionismo che molti si attendono. Il sondaggio registra un 6% di astenuti certi, cui va aggiunto un 43% di indecisi. Si tratta di una massa di voti enormi che i partiti cercheranno di convincere a mobilitarsi.

Il centrodestra

Il centrodestra parte in vantaggio: la coalizione alle condizioni attuali è data al 48,2% dei voti e con l’accordo saltato tra Enrico Letta e Calenda è possibile che il centrodestra faccia incetta di seggi uninominali. Davanti a tutti c’è Fratelli d’Italia, con il 24,2%, partito che dunque è probabile possa esprimere il premier. Poi arrivano Lega (14%), Forza Italia (8,9%) e centristi vari (1,1%).

Il centrosinistra

Discorso decisamente differente a sinistra. L’asse Pd, Leu, Sinistra Italiana e Verdi colleziona appena il 29,3% delle preferenze degli italiani. Vale a dire oltre 13 punti percentuali sotto gli avversari. Il Pd di Letta si ferma al 22,3%, cui vanno aggiunti i risultati poco brillanti degli altri partner. La separazione da Calenda è costata ai dem forse la possibilità di contendere il Paese alla destra.

Ma pure ad Azione non ha fatto tanto bene. Il partito decantato da tutti da una settimana a questa parte non andrebbe, assicura Youtrend, oltre il 2%. Un risultato misero che lascerebbe la truppa di Calenda fuori dal Parlamento e che soprattutto si attesta sotto al 2,2% di Italia Viva e al 3,2% dell’Italexit di Gianluigi Paragone (3,2%). E pensare che alcuni commentatori sono ancora convinti possa aspirare addirittura al 15%, soprattutto adesso che è “libero” di allearsi con se stesso.

Il Terzo Polo si fa?

In caso di Terzo Polo centrista (Renzi e Calenda stanno trattando), i dati si muovono un pochino ma non in modo sostanziale. Questa la classifica finale: centrodestra 49,1%, centrosinistra 27,4%, Movimento 5 Stelle 11% e Terzo Polo 4,8%. Nell’ultimo caso, sarebbe abbastanza per entrare in Parlamento, ma non certo per incidere. Curiosità: il Terzo Polo non andrebbe a “rubare” voti al centrodestra, anche anzi nel complesso passerebbe dal 48,2% al 49,1%, ma al centrosinistra che perderebbe oltre due punti percentuali.

Due domandine finali: visto il peso specifico di Calenda, e le pagine di giornale lui dedicate, siamo sicuri che i quotidiani italiani non abbiano perso del tutto la connessione con la realtà? E perché gode di così tanto spazio in tv?