Scontri in piazza

“Sono il papà del ragazzo manganellato a Torino: è stato un sopruso”

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Scontri polizia manifestanti torino

Riceviamo e pubblichiamo la mail che ci è arrivata in merito ai fatti di Torino dove polizia e manifestanti sono arrivati allo scontro fisico. Qui invece puoi leggere la “versione” di un poliziotto.

Buongiorno,

sono il padre del manifestante manganellato a Torino e sto prendendo questa iniziativa all’insaputa di mio figlio. Queste le mie considerazioni in ordine di importanza su quanto accaduto:

  1. Mio figlio è maggiorenne e risponde per sé; queste sono mie opinioni di genitore e cittadino che non può tacere davanti ad un evidente sopruso subito dal figlio. Parlo e scrivo in nome mio e soltanto mio. Parlo da insegnante. Da persona impegnata nel sociale. Da professionista con esperienza all’estero.
  2. Se il cittadino ‘X’, in questo caso mio figlio, o il pubblico ufficiale ‘Y’, in questo caso il manganellatore, ha violato la legge, ne devono rispondere. Per chiarirmi:
    – La manifestazione non era autorizzata? Bene, non dovevi essere lì.
    – Hai percosso senza motivo e da squadrista (come mostra il video chiaramente)? Bene, non ti era permesso.
  3. Se il cittadino ‘X’, in questo caso mio figlio, passa il suo tempo in un centro sociale a fare del bene (andare a sincerarsi come ho fatto io), e la procura indegnamente e forse illegittimamente criminalizza e/o perseguita questo centro sociale, e tu giovane stupido coi tuoi compagni andate a una manifestazione inutile, inutile e ancora inutile a sputtanare tutto ciò che di buono fare, siete scemi! Perché offrite un pretesto a delle forze dell’ordine e ad una procura assolutamente discutibili per schedarvi, rovinarvi il futuro ecc.
  4. Nella sostanza i ragazzi hanno tutte le ragioni per protestare, e anche di farlo pacificamente come i video di ieri, inequivocabili. La violenza c’è stata da parte della celere. Gratuita.E la sostanza è che in Italia lo studio è sotto-finanziato e tutti i servizi ad esso accessori; lo dico da insegnante, lo dico da cittadino 55enne che ha lavorato all’estero, e per esperienza diretta di due figli che all’estero hanno studiato; lo dico da cittadino che paga le tasse e si vergogna che – primo esempio alla mano – queste vengano spese in armi anziché in sovvenzioni per le residenze universitarie. O in medicinali, il concetto non cambia. Ora, non si accampino giustificazioni di mercato: ovviamente i prezzi li stabilisce il mercato, ma nei paesi che “invidiamo”, il mercato è calmierato per fasce “protette” come gli studenti universitari, oppure la spesa pubblica indirizzata a fornire maggiori servizi: perché si investe sui giovani più che qui, sul nostro futuro.La domanda da porsi è se vogliamo restare un paese livellato al basso da finto socialismo reale; se una città Torino o Milano che si fregiano della propria offerta formativa siano veramente all’altezza dei tempi e paragonabili a realtà analoghe in tutto il mondo. La risposta è “no”: gli affitti per gli universitari, se vogliamo aumentare la possibilità di tirare su gente qualificata, devono essere più bassi. Più bassi e basta.Il come non sta a me deciderlo, io sono un cittadino, non un legislatore o un governante. Che serva andare a sbraitare alle orecchie del primo ministro, prestanome di chi l’ha preceduta, beh dico io che non serve a nulla, ma la ragione della protesta è purtroppo sostanziale e denuncia la nostra arretratezza.
  5. Io insegno, ho 55 anni e coi giovani ci vivo. Insegno. E sono rigido sulle regole della convivenza civile. Mi vergogno delle forze dell’ordine italiane, perché per prime eludono il senso civico che dovrebbero servire, riparandosi dietro argomentazioni che neanche menziono. Mi spiace ma è così. Le forze dell’ordine sono sempre meno dalla parte del cittadino e sempre più dalla parte del governo. E anche i loro stipendi arrivano dalle mie tasse; è a me cittadino che devono rispetto i signori in divisa. Ma se lo dimenticano spesso: basta guardare la faccia dei capi squadra in maglietta, quelli senza casco, nei video di Torino. Onnipotenti senza remore che randellano ragazzine.Ma soprattutto le forze dell’ordine sono sempre più forti coi deboli e sempre più deboli coi forti. Dai droni e idranti durante il Covid, ai casi sistemici ripugnanti tipo “Diaz” o “Verona 2023”, fino alle agghiaccianti storie alla “Cucchi”, i nostri protettori sono sempre più incapaci di occuparsi dei veri problemi e sempre più dediti a manganellare quattro sbarbati sbraitanti.Ho detto serenamente a mio figlio, nella speranza che apra gli occhi, che manifestare per gli affitti contro la Meloni serve a giustificare lo stipendio dei celerini, non certo a ottenere le (dovute) condizioni migliori che rivendicano.
  6. Giornalisti andatevene a sincerarvi per cortesia di ciò che scrivo, come ho fatto io. Voi giornalisti avete il ruolo vitale di favorire la consapevolezza nell’opinione pubblica. Ascoltate e leggete bene cosa dicono questiragazzi. Sono un pericolo? Sono una minaccia? O fanno a volte ciò che dovrebbero fare le istituzioni preposte?
  7. Giorgia Meloni e le forze dell’ordine sono imbarazzanti perché non hanno capito la situazione demografica italiana (birthgap.org); i giovani vanno tutelati, sono ormai una specie protetta. Che continui pure così tutta la classe politica, a vendere armi a scapito di formazione e sanità. Che Giorgetti & C. perseverino nel regnare dalla torre d’avorio che un tempo tanto demonizzavano: sono loro adesso i satrapi. E lo sanno, altrimenti non consentirebbero che accadessero cose simili.

Mi prendo naturalmente tutta la responsabilità di ciò che scrivo e mi piacerebbe tanto confrontarmi con un dirigente della questura di Torino sul video di ieri, ma anche con un magistrato di Torino sui procedimenti in atto contro ragazzotti di centri sociali che non torcerebbero un capello a una mosca; voglio che mi dica in faccia che l’inseguimento di mio figlio è stato legale e legittimo; voglio che mi dicano in faccia che se quell’agente si fosse trovato davanti suo figlio o il pargolo del procuratore lo avrebbe manganellato lo stesso; voglio che mi dicano che sono dei cristiani (non dei cattolici, dei cristiani) e che nel loro operato professionale sposano i valori della Costituzione. Così, quando me lo avranno detto potrò finalmente fargli sapere cosa penso. Ci terrei a mantenere la schiena dritta pubblicamente.

Davide Bellelli

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