La posta della bugia verde

“Sono inquinanti”. Le pale eoliche smontate dai numeri

© Marek Piwnicki, hidesy e ti_to_tito tramite Canva.com

“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è la forza”. Queste sono le parole che risuonarono nella mia mente ieri, ascoltando distrattamente il notiziario mattutino. La conduttrice, con voce fredda e distaccata, stava snocciolando il resoconto di un burosauro del Socing [1], pardon, della Comunità Europea, nel quale si ribadiva con vigore e fermezza che le politiche finalizzate allo sviluppo delle energie pulite e rinnovabili sarebbero proseguite senza alcun tentennamento. Un vero e proprio documento dottrinale!

Sin qui nulla di nuovo, ma quegli aggettivi, “pulite” e “rinnovabili”, mi hanno scaraventato in quel mondo distopico così ben descritto nel romanzo Orwell 1984. Il Miniver (Ministero della Verità), secondo i migliori dettami della neolingua, persisteva nell’associare quegli aggettivi a qualcosa che è esattamente il suo contrario. E con un senso di turbamento, mi sono ricordato i due insegnamenti di Platone, sui quali si basa il modo di pensare Occidentale: il principio di causalità e il principio di non contraddizione. E la “politica green”, scardinando questi due principi, ottiene il suo scopo: cancellare il pensiero Occidentale, per ricreare, su un terreno reso vergine, una società che non abbia altri riferimenti se non lo Stato socialista, il Socing per l’appunto (Pol Pot e Mao sono stati dei maestri in materia).

Ma perché ritengo che siano stati violati i principi platonici, con conseguente mio profondo turbamento? Esaminiamo il reale significato degli aggettivi “pulite” e “rinnovabili”, utilizzati dal burosauro. Le fonti di energia pulita, sulle quali la Comunità Europea, con i soldi dei suoi cittadini, sta “investendo” centinaia di miliardi di euro, sono essenzialmente l’eolico e il solare. Per spiegare perché queste fonti di energia siano così devastanti per l’ambiente, e quanto contraddicano il concetto di “pulito”, occorre riassumere il concetto di densità energetica.

Nell’ambito delle fonti energetiche, la densità energetica è la quantità di energia che può essere prodotta per unità di volume, massa o superficie. Maggiore è la densità energetica di un sistema, maggiore è la quantità di energia che è in grado di produrre a parità di massa, volume o superficie. Bene, le fonti energetiche che sfruttano il vento e il sole hanno densità energetiche ridicole rispetto a quelle basate sui combustibili fossili e sul nucleare. Ciò, di per sé, comporta un enorme impatto ambientale, in termini di consumo del suolo e di materie prime impiegate. Mediamente, un parco eolico ha una densità di energia, espressa in TWh/km2, di circa 350 volte inferiore a quella di una centrale nucleare e 173 volte inferiore a quella di una centrale a gas [2].

Per il solare i rapporti valgono rispettivamente 64 e 38. Cerco di illustrare meglio il concetto con un esempio: la centrale nucleare Nogent–sur-Seine (Francia) occupa, compresa la zona di rispetto, pressappoco 1 chilometro quadrato; per ottenere la stessa quantità di energia con un parco eolico occorrerebbero circa 350 chilometri quadrati, più o meno l’intera superficie della provincia di Prato, che ne risulterebbe completamente devastata. Per comprendere che cosa intenda il Socing per energia “pulita” e “rinnovabile” dobbiamo sforzarci di uscire dalla bolla cognitiva nella quale ci troviamo, analizzando l’allucinazione collettiva dei parchi eolici (mi occuperò dei parchi fotovoltaici prossimamente). Sì, non so darmi un’altra spiegazione se non quella di un’allucinazione collettiva.

Invito i lettori a cercare di uscire dalla trance ipnotica nella quale siamo stati indotti (me compreso, lo ammetto), cercando di comprendere, attraverso numeri ed esempi, che cosa sia nel mondo reale una turbina eolica, e cioè sbattendoci letteralmente il naso. Una turbina eolica di potenza media (2 MW), pesa circa 1.680 tonnellate così composte: 1.300 tonnellate di cemento, 295 tonnellate di acciaio, 48 tonnellate di ferro, 24 tonnellate di fibra di vetro, 4 tonnellate di rame, 0,4 tonnellate di neodimio, 0,065 tonnellate di disprosio e altro ancora. Per dare un’idea, una casa media pesa da 72 a 104 tonnellate. Quindi, ogni turbina eolica da 2 MW pesa fino a 23 case.

Ma non è finita qui, le fondamenta di ogni turbina sono profonde circa 3 metri, hanno un diametro di 30 metri, sono costruite con 600 tonnellate di cemento, che incorporano 48 tonnellate di acciaio per armatura, e comportano l’escavazione di 1.650 tonnellate di terreno; ognuna delle tre pale è lunga più di 50 metri e il loro peso complessivo è di 40,5 tonnellate, l’altezza della torre è di 135 metri, per un’altezza totale di quasi 200 metri [3]: quasi quattro volte l’altezza della Torre di Pisa! E tutto questo va moltiplicato per il numero dei generatori che costituiscono il parco (anche più di 30 [4]).

Per tornare al concetto di densità di energia, ma questa volta espressa in termini di massa, proviamo a fare il confronto con un reattore nucleare EPR da 1.600 MW [5]. Per la produzione di 1 TWh, nel caso del reattore nucleare, occorrono 60 tonnellate di acciaio e 300 tonnellate di cemento, mentre per un generatore eolico ne occorrono, rispettivamente, 2.830 tonnellate e 18.900 tonnellate. Teniamo sempre presente che la vita di un reattore nucleare è di 60 anni contro i 15 -20 anni di un generatore eolico. Questa massa enorme di materiali implica altrettanti spaventosi costi in termini di energia spesa (per lo più da carbone) e devastazioni ambientali.

E siamo arrivati alle comiche finali: qualcuno si è posto la domanda se disponiamo, a livello planetario, di tutto l’acciaio e il cemento necessari (per non parlare del rame, neodimio, ecc…) per realizzare gli “sfidanti” obiettivi di sviluppo dell’energia eolica? Già, pianificazione e piani industriali sono termini misteriosi per i nostri burosauri, come si può evincere da questo articolo [6]. Ovviamente, a tutto questo bisogna anche aggiungere la costruzione di strade di accesso, cavidotti, cabine di trasformazione, ecc… E questa quantità spaventosa di materiali va messa dove c’è il vento, quindi nei luoghi a più elevato impatto paesaggistico: crinali collinari, montuosi, e coste.

A proposito, vi ricordate le manifestazioni oceaniche contro gli “ecomostri”? Comunque, niente paura, il Miniver (Ministero della verità, sezione distaccata di Roma) ha trovato la soluzione (dal sito della provincia di Roma, regolamento edilizio, scheda tecnica sull’eolico [7]): “…Impatto visivo ed impatto sui beni culturali e sul paesaggio. Gli impianti eolici non sono mimetizzabili, ed anzi per esigenze di visibilità delle pale, dovute ad esempio alle necessità di protezione di flussi di uccelli migratori o semplicemente per la sicurezza del volo aereo, devono essere visibili anche da lontano. L’impianto, perciò, deve inserirsi armoniosamente nel paesaggio. L’impianto eolico dovrebbe diventare una caratteristica stessa del paesaggio, contribuendo al riconoscimento delle sue specificità attraverso un rapporto coerente con il contesto. In questo senso l’impianto eolico determinerà il progetto di un nuovo paesaggio.”

Non vi ricorda qualcosa? “Winston… quasi inconsciamente, scrisse con le dita sul tavolo coperto di polvere: 2 + 2 = 5… [1]”. Quindi, non solo dobbiamo accettare gli sconci eolici, ma intimamente, profondamente, dobbiamo imparare ad amarli, a sostituire nel nostro intimo il concetto stesso di bellezza paesaggistica. Non so però cosa si possa concepire per “invertire” la sensibilità animalista (ma non vi preoccupate, ci penserà il Miniamor, Ministero dell’amore [1]).

Infatti, un volatile (per lo più sono coinvolti uccelli migratori e rapaci) che si trovasse a passare attraverso un parco eolico non avrebbe scampo: ogni pala eolica “spazza” un’area di circa 17.700 metri quadrati (equivalenti ad un muro ciclopico e mortifero, ma invisibile, ampio come 2 campi di calcio e mezzo), e la velocità lineare della punta delle pale supera i 330 km/h (la velocità di una Formula 1 in rettilineo). Moltiplicate il tutto anche solo per 10 (un parco eolico di medie dimensioni) ed è facile comprendere che nessun uccello o pipistrello possa avere scampo. E pensare che abbiamo bloccato per decenni il raddoppio della linea ferroviaria adriatica per non disturbare l’uccello fratino!

Per la flora non va molto meglio: enormi aree ricche di vegetazione incontaminata e di biodiversità sono sostituite da giganteschi blocchi di cemento armato. Traendo le conclusioni, e tornando alla dura realtà dei numeri: i parchi eolici sono mostruosamente dispendiosi e l’energia che producono è costosissima [8] (si reggono solo grazie ai soldi di tutti noi), devastano il paesaggio, consumano il suolo (a proposito, qualcuno si ricorda di quella leggina…? [9]), sono inquinanti [10-11], distruggono la flora, sterminano uccelli e pipistrelli (i parchi eolici offshore uccidono anche le balene) [12-13-14], devono essere rinnovati ogni 15-20 anni (forse è questo il vero significato di “energia rinnovabile”), forniscono energia intermittente, per cui devono essere affiancati da enormi, costosissime e pericolose batterie o centrali termoelettriche, il loro rendimento decade nel tempo [15], rendendoli obsoleti anche prima della fine della loro vita utile.

Tuttavia, dobbiamo non solo accettarli, ma essere intimamente convinti che rendano il paesaggio “diversamente bello”. Tutto questo per ridurre la concentrazione atmosferica di anidride carbonica? Nemmeno per sogno: qualcuno si è preso la briga di verificare gli effetti del lockdown mondiale sulla concentrazione atmosferica di CO2, a seguito dell’epidemia da COVID-19 [16] (pensate che le sole emissioni della Cina erano diminuite del 40%) e… indovinate un po’? Non c’è stata nessuna variazione, ma, attenzione! Nessuna variazione non nella diminuzione o stabilizzazione della concentrazione di CO2, ma proprio nessuna variazione nella tendenza all’aumento! Che cos’altro c’è da aggiungere: sveglia!

Carlo MacKay

[1] Orwell George,1984, 1984, traduzione di Stefano Manferlotti, Collana Oscar Classici Moderni n. 19, Milano, Mondadori, 2000, 2016
[2] Jonas Kristiansen Nøland et al., Scientific Reports (2022), 12:21280
[3] Daviddson et al 2014; Guezuraga 2012; USGS 2011
[4] https://www.enelgreenpower.com/it/impianti/operativi/parco-eolico-portoscuso
[5] EFN / Bruno Comby  / 7 02 2007
[6] https://www.ourenergypolicy.org/do-we-have-the-raw-materials-for-the-world-to-become-80-renewable-by-2050/
[7[ http://www.provincia.rm.it/regolamentoedilizio/allegati/tecniche/eolico.html
[8] https://www.netzerowatch.com/all-news/subsidy-madness
[9] Legge sul consumo del suolo, https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2016-06-28;132
[10] https://www.dailyrecord.co.uk/news/scottish-news/dozens-scottish-power-wind-turbines-29135763?int_source=amp_continue_reading&int_medium=amp&int_campaign=continue_reading_button#amp-readmore-target
[11] https://climatechangedispatch.com/nantucket-wind-farm-debris-still-washing-up-locals-warned-to-wear-shoes-on-beach/
[12] https://climatechangedispatch.com/the-sinister-truth-about-bird-killing-wind-farms/
[13] https://climatechangedispatch.com/biden-ignores-runaway-wind-farm-killing-of-protected-birds-other-species/
[14] https://climatechangedispatch.com/the-biggest-eco-scandal-in-the-world-the-media-and-green-groups-are-ignoring/
[15] https://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/acce4f/pdf
[16] https://www.heartland.org/_template-assets/documents/Books/CaaG-2022.pdf

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