La notizia, che come prevedibile non ha ricevuto l’eco che meritava, è stata rivelata al The Daily Telegraph da Salo Aizenberg, dirigente dell’organizzazione non-profit statunitense Honest Reporting. Secondo Aizenberg, che insieme ai suoi collaboratori ha analizzato il rapporto sulle vittime palestinesi presentato nel marzo 2025, Hamas ha rimosso in maniera subdola e silenziosa i nomi di migliaia di persone che in precedenza aveva affermato fossero stati uccisi durante la guerra da lei stessa scatenata con il massacro del 7 ottobre 2023. Probabilmente con la speranza che la maggior parte dei media internazionali continuassero il loro sporco lavoro di disinformazione e copertura.
Aizenberg, con i dati dello studio alla mano, ha dichiarato martedì 2 aprile 2025 al The Daily Telegraph, notizia poi ripresa dal Jerusalem Post, che Hamas aveva precedentemente affermato che il 70% delle vittime erano donne e bambini e che quanto dichiarato non si riflette più nelle sue liste recentemente aggiornate. Secondo la ricerca, nelle liste aggiornate il 72% delle vittime tra i 13 e i 55 anni sono uomini e la categoria demografica si allinea con i combattenti di Hamas.
Dall’elenco aggiornato delle vittime datato marzo 2025 sono stati completamente eliminati 3.400 morti e fra queste morti fantasma sono stati identificati 1.080 bambini.
Stando allo studio e alle verifiche, queste morti non sono mai avvenute e i numeri, come successo in passato, sono stati nuovamente falsificati.
Alla luce di queste nuove prove secondo Aizenberg è inutile prendere le cifre di Hamas come fatti accertati.
Questo nuovo studio sui rapporti delle vittime conferma quanto già pubblicato nel dicembre scorso dalla Henry Jackson Society che dopo verifiche sui dati ha concluso che Hamas ha gonfiato il numero delle vittime della guerra.
La Henry Jackson Society metteva anche in risalto un particolare importante, e cioè che fosse risaputa la presenza di una serie di errori nei resoconti affermando che l’unica spiegazione ragionevole poteva essere nel fatto che a Gaza i sistemi informatici erano saltati nel novembre 2023, pertanto era stato difficile per Hamas fare resoconti accurati.
Nell’articolo in questione, dopo che gli esperti hanno meticolosamente analizzato i resoconti delle vittime della guerra di Gaza da febbraio 2024 a maggio 2024 la Henry Jackson Society ha riportato:
“Questo rapporto solleva serie preoccupazioni sul fatto che le cifre da Gaza siano state sovrastimate. I dati contengono le morti naturali, i decessi registrati prima dell’inizio del conflitto e le morti di coloro che sono stati uccisi da Hamas stessa. Non contiene alcuna menzione delle vittime tra i combattenti di Hamas e sovrastima il numero di donne e bambini uccisi. Sono stati scoperti gravi errori negli elenchi dei decessi del Ministero della Salute di Hamas. Questi errori includono per esempio un 22enne registrato come un bambino di quattro anni, un 31enne registrato come un bambino di un anno e diversi uomini con nomi maschili registrati come femminili, cosa che aumenta artificialmente il numero di donne e bambini segnalati come uccisi. Gli elenchi includono anche persone morte prima della guerra e persone morte a causa di attacchi di Hamas anziché delle Forze di difesa israeliane. Probabilmente includono circa 5.000 decessi naturali all’anno, compresi i pazienti oncologici che sono stati inseriti dal Ministero in un elenco per cure ospedaliere dopo essere già comparsi nelle liste dei decessi. Hamas ha anche dichiarato centinaia di uccisioni dovute ad attacchi che si sono rivelati essere lanci di razzi a vuoto da parte di fazioni di Gaza. È indiscutibile che le morti naturali che si verificano in tempo di pace si verificherebbero anche durante una guerra. Il tasso di morti naturali a Gaza prima della guerra è noto dai dati di mortalità pertinenti presentati dal Palestinian Central Bureau of Statistics, con sede a Ramallah in Cisgiordania. I resoconti dei media che sostengono il numero totale delle vittime a Gaza causate dalle azioni delle IDF non hanno verificato le cifre citate e non hanno tenuto conto della morte di oltre 17.000 combattenti di Hamas e affiliati come parte di tale bilancio”.
Di conseguenza gli elenchi sono così inaffidabili che i media mondiali non dovrebbero citarli come affidabili, anzi, non dovrebbero proprio essere presi in considerazione.
Per esempio L’ONU prende semplicemente le cifre di Hamas e le pubblica con una nota in cui dichiara che i dati non sono confermati, rimane però che le cifre rimangono sulla bocca di tutti mentre la nota viene subito dimenticata.
Purtroppo questi studi e le conseguenti correzioni arrivano sempre in forte ritardo, quando i dati falsi sono indelebilmente impressi nella memoria collettiva.
Fermo restando che ogni perdita umana è una tragedia, rimane che la propaganda ha esasperato gli animi portando il conflitto fuori dal campo di battaglia e ha alimentato, facendolo uscire allo scoperto, tutto l’odio che da sempre alberga in certi posti e in certe ideologie.
Ci sarebbe da scrivere una tesi universitaria su quanti sono gli imbecilli antisemiti che hanno trovato spazio dal 7 ottobre 2023 in poi ed è anche facili riconoscerli: sono quelli che non hanno mai avuto una parola di pietà per i civili israeliani, fra loro sì molti bambini, donne e vecchi massacrati da Hamas.
Per non parlare di quelli che negano addirittura i fatti o incolpano l’esercito israeliano di aver sparato sui suoi civili.
Quest’ultimi, lasciatemelo dire, sono purtroppo dei casi che oltrepassano i limiti della ragione.
Michael Sfaradi, 5 aprile 2025
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