Soumahoro non è un caso giudiziario, lo abbiamo detto, benché l’indagine su sua suocera (l’accusa: malversazione) non possa non mettere in imbarazzo lui e il suo partito. Qui la questione è prettamente politica ed è proprio sul piano partitico che si sta giocando la più delicata delle partite dell’autoproclamatosi difensore dei braccianti. Ieri l’incontro con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni non è andato come sperato. Il vertice è stato sospeso e riprenderà oggi. Ma prima di eventuali cacciate, espulsioni o auto-sospensioni ci sarà anche la difesa tv del deputato con gli stivali.
Da giorni i compagni di partito di Alleanza Verdi e Sinistra lamentano il silenzio di Soumahoro. Lui si è difeso in un imbarazzante video sui social, piagnucolante come non mai. Ed ha pure accusato una certa sinistra, quasi volesse lanciare un progetto tutto suo, abbandonando quel partito che l’ha candidato in un collegio blindato. A Bonelli e Fratoianni, Soumahoro ha assicurato che risponderà “nel merito, punto per punto”. Di mezzo ci sono gli avvocati. Aboubakar prepara la replica da una settimana. Troppo, per i colleghi di partito. Che da giorni non fanno che leggere sconcertati le testimonianze di amici ed ex compagni di Soumahoro sulle modalità di spesa dei fondi raccolti per i migranti. “Dove sono finiti”, chiedono alcuni, “i 250mila euro” della Lega Braccianti per l’aiuto ai migranti in pandemia? E cosa ne è stato dei soldi per i regali di Natale, se di bambini nel campo di Torretta Antonacci non ce ne sono? Cosa ha da dire sulle accuse di don Pupilla, direttore della Caritas di San Severo, che assicura di aver avuto più di un problema con gli uomini di Soumahoro?
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Stasera forse lo sapremo. E forse lo sapranno pure Bonelli e Fratoianni che attendono nervosi. Ieri Aboubakar non li ha convinti. Molti pensano ormai che il “sindacalista dei braccianti” sia un personaggio costruito, venuto giù come una valanga dopo nemmeno un mese di legislatura. “Ritengo fondamentale che ci sia un chiarimento, quello che sta accadendo è molto grave, dopodiché decideremo il da farsi, insieme a lui. Lui non è indagato, non è coinvolto, è un elemento importante dal punto di vista del diritto, ma bisogna garantire che non ci siano zone d’ombra rispetto a una vicenda come quella del maltrattamento ai migranti”.
Per approfondire
Quello che conta nel discorso di Bonelli è questo: le contestazioni a Soumahoro sono “giornalistiche”, non “giudiziarie”. Come a dire che il punto non è il garantismo, ma l’opportunità politica. Poteva Soumahoro non sapere ciò che accadeva nelle cooperative di famiglia? Ma soprattutto: come risponde alle ombre che emergono sulla sua attività dopo giorni di interviste di ex amici e colleghi che lo accusano? “Non è che sono in imbarazzo – insiste Bonelli – Sono turbato dalle notizie, e ringrazio l’autorità giudiziaria che evidenzia fatti che però vanno verificati. Non può che esserci massimo rigore e sostegno all’autorità giudiziaria. C’è poi una questione politica che deve essere chiarita, con lui. Dobbiamo assumere la migliore posizione possibile, prima di tutto per lui stesso”.