C’è chi sosteneva che il primo premier donna d’Italia non fosse femminista perché, per un motivo ad oggi ancora incomprensibile, con la salita a Palazzo Chigi non avrebbe rotto “il vetro di cristallo” per tutt* e tutt* ma solo a suo vantaggio. E poi c’è chi, come Rosy Bindi, pur di andare contro Giorgia Meloni arriva a dire che preferirebbe riconsegnare il potere in mano ad un uomo piuttosto che vedere la leader di FdI nella stanza dei bottoni. Alla faccia del patriarcato.
Bindi e la frase su Meloni
La Bindi l’ha detto senza neppure tanti giri di parole durante l’ultima puntata di In Onda su La7. Quando Marianna Aprile le chiede un giudizio sul primo anno di governo di Meloni, l’ex ministro (di un sacco di cose) nei governi di centrosinistra risponde così: “Forse è scontato dire che mi aspettavo di più o di meglio”. Sin qui, nulla da eccepire. O meglio: sono valutazioni personali, forse macchiate un tantino dalla retorica di parte, ma rientra nelle regole del gioco. Poi però Bindi aggiunge: “Ho sempre detto che giudico i politici per quello che fanno. Se sono donne le giudico con una benevolenza maggiore e per me è stata una conquista che una donna sia diventata presidente del Consiglio. Però da un punto di vista politico avrei preferito un uomo che faceva cose migliori”.
Fa strano sentirlo dire, soprattutto da chi – ai tempi di Renzi premier – si schierò apertamente per le quote rosa nell’Italicum. “Una battaglia per la parità di genere è una battaglia di civiltà e democrazia, non di poltrone”, diceva allora. In sintesi: ieri Bindi riteneva che nelle liste elettorali ci dovesse essere almeno il 40% di donne al di là dei loro meriti o dei voti racconti. Oggi che una donna ha finalmente raggiunto Palazzo Chigi, invece, le preferirebbe un uomo purché faccia altre cose. Qualcosa non torna…