Ora interviene la procura di Latina. Dopo giorni di polemiche, dopo le testimonianze dei lavoratori delle coop Karibu e Aid, dopo il pianto social di Aboubakar Soumahoro, dopo la sua apparizione tv, ora palla ai magistrati che stanno indagando “su diverse segnalazioni”.
“Le indagini – si legge nella nota della procura – sono in corso con riferimento a temi investigativi diversi e complessi che concernono, in generale, l’impiego dei fondi erogati, i rapporti con l’erario, i rapporti con i dipendenti, i soggetti coinvolti. Gli accertamenti provengono da notizie e comunicazioni pervenute da una pluralità di fonti, di natura pubblica e privata, e si articolano attraverso il dovuto rigoroso vaglio ed approfondimento di ogni notizia e comunicazione”.
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Occorre ricordarlo: Soumahoro non è indagato, né probabilmente lo sarà mai visto che a quanto pare non era parte in causa delle due cooperative. Eventuali rilievi penali, su cui questo sito mantiene il garantismo più puro, riguardano Marie Therese Mukamitsindo. Al centro dell’indagine con l’ipotesi di reato di malversazione, spiega la procura, non solo dunque l’impiego dei fondi statali erogati da prefetture e comuni per la gestione dei migranti. Ma anche i rapporti con il fisco e con i dipendenti, che tramite alcuni sindacati hanno già denunciato il mancato pagamento di lavori per un totale di circa 400mila euro. Tra le accuse pervenute ai giornali, anche quella di aver fatto lavorare alcune persone senza contratto.
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Ieri sera Soumahoro si è difeso. Lo ha fatto nell’arena di Piazzapulita (leggi qui). Ha assicurato che se avesse saputo delle indagini ai danni della famiglia “non mi sarei candidato”. Ha ammesso di aver “commesso una leggerezza”. E ha detto che oggi forse non rifarebbe quel video sui social in lacrime. “Mi sono autosospeso perché credo nei valori della dignità, per il rispetto della storia che mi porta qui, che è la storia di tanti”.
Ci sono poi gli elementi politici, tutti da chiarire. Perché se da un lato la procura farà le sue indagini, negli ultimi giorni sui media stanno fioccando anche testimonianze che riguardano direttamente i fondi raccolti da Soumahoro per la sua Lega Braccianti (accuse respinte ieri sera al mittente). Per non parlare delle accuse rivolte dal direttore della Caritas di San Severo, don Pulilla, il quale aveva anche scritto a Nicola Fratoianni suggerendo di non candidare Soumahoro per evitare “un autogol”. Un caso tutto politico, più che giudiziario. Lo dimostrano le tensioni con i colleghi di Alleanza Verdi e Sinistra. Fratoianni e Angelo Bonelli hanno chiesto per giorni un incontro, che poi si è protratto per due giorni e ha portato all’autosospensione. Dal partito è arrivata solidarietà. E anche la speranza che Soumahoro possa chiarire tutto. Ma anche stamattina Bonelli ha ribadito che ci sono ancora “alcune cose che lui deve chiarire ed entrare nel merito puntualmente”. Sintomo di un malcontento che forse nasconde anche la frustrazione di aver puntato sul cavallo sbagliato. L’ennesimo fallimento della sinistra.