Esteri

Spagna, Sanchez pensa alle dimissioni per i guai della moglie

Tornato premier grazie a un’accozzaglia vergognosa, il primo ministro sta valutando il passo indietro: ecco cos’è successo

sanchez dimissioni © AndrewLinscott tramite Canva.com

A pochi mesi dall’accozzaglia a colpi di promesse e amnistie per poter governare, Pedro Sanchez potrebbe lasciare l’incarico di capo del governo spagnolo. La conferma è arrivata direttamente dal socialista: in una lettera alla cittadinanza, ha annunciato che valuterà se “vale la pena” continuare dopo che contro la moglie, Begoña Gómez, è stata aperta un’indagine preliminare per traffico di influenze illecite e corruzione a seguito di una denuncia sporta da Manos Limpias (Mani pulite, ndr), una organizzazione definita dal leader “di ultradestra”.

Come confermato dalla stampa spagnola, il giudice madrileno Juan Carlos Peinados ha aperto un procedimento contro la Gomez per indagare sui suoi rapporti con alcune società private che hanno ricevuto fondi e contratti pubblici dal governo guidato dal marito. Dal canto suo Sanchez ha difeso la moglie affermando che le accuse si basano su “falsità” e ha denunciato una “macchina del fango” messa in moto contro di lui da parte del Partito popolare e di Vox. “Nonostante giorni come questo, credo ancora nella giustizia”, il suo j’accuse.

Di fronte alle pressioni mediatiche e agli attacchi dell’opposizione, il premier socialista ha cancellato la sua agenda pubblica per alcuni giorni in modo da poter riflettere ed è impossibile escludere scenari clamorosi sino ad alcune ore fa. Se è vero che Sanchez ha parlato di una “strategia di molestie e demolizione che va avanti da mesi”, l’apertura alle dimissioni testimoniano l’incertezza sul futuro del suo esecutivo, già parecchio instabile a causa della risicata maggioranza. Senza dimenticare ovviamente le enormi distanze tra i partiti che gli hanno permesso di tornare ad occupare la poltrona di presidente.

Per buttarla in caciara, Sanchez ha parlato della sua presunta linea politica progressista appoggiata da milioni di spagnoli alle elezioni, ma ha anche tenuto a respingere il ritratto della destra di uomo amante del potere e aggrappato alla poltrona. Vittimismo clamoroso, ma non è certo una sorpresa.  Ma soprattutto c’è un dubbio che non ha trovato ancora risposta: perché prendersi cinque giorni per decidere? Le elezioni europee sono alle porte e questo è un dettaglio da non sottovalutare.

In caso di dimissioni di Sanchez, il Congresso potrebbe eleggere un nuovo primo ministro e inizierebbero le consultazioni dei partiti con il re. Ma esiste anche un’altra ipotesi. Sanchez potrebbe infatti convocare elezioni generali, non prima però del 29 maggio (la legge spagnola impedisce al presidente di sciogliere le Cortes entro un anno dal precedente scioglimento, ndr).

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Il futuro del governo spagnolo è tutto da scrivere. I dubbi sono parecchi, perchè potrebbe semplicemente trattarsi di un’operazione politica di Sanchez: dopo questi giorni di valutazione, potrebbe trasformare la conferenza stampa di lunedì in un comizio elettorale. Anche perchè appare complicato immaginare un passo indietro dopo tutto ciò che ha fatto per restare al governo. Seguiranno aggiornamenti.

Franco Lodige, 25 aprile 2024

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