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Speranza senza vergogna: la sparata sul Covid

L’ex ministro della Salute attacca il governo. Ma quella della Meloni è la stessa linea dei paesi più importanti

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Come il titolo di una celebre raccolta di racconti dell’orrore di Stephen King, a volte ritornano, i talebani sanitari che hanno prodotto grandi devastazioni con la loro ricetta cinese del Covid-zero. È questo il caso del più rappresentativo di codesti talebani sanitari: quel Roberto Speranza che ha imposto all’Italia le più dure, insensate e, proprio per questo, dannose misure restrittive dell’Occidente.

Conversando con un giornalista dell’Ansa, l’ex ministro della Salute ha attaccato l’attuale governo, il quale in verità si sta muovendo con grande circospezione, visto che il suo predecessore, l’assai prudente Orazio Schillaci, ha procrastinato fino alla prossima primavera l’obbligo delle sempre più inutili mascherine negli ospedali e nelle Rsa.

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L’attacco di Speranza al governo

Queste le parole del politico potentino: “La strategia della Meloni di far finta che il Covid non esiste più e che tutto sommato dei vaccini si può fare a meno mi pare fallita. Come sempre la realtà è più forte della comunicazione.”

Intanto, non pare proprio che l’attuale esecutivo stia facendo ciò che sostiene Speranza, come per l’appunto si evince dalla citata prudenza, a mio avviso eccessiva, con cui si continua a gestire il controllo di una patologia, quella derivante dal Sars-Cov-2, che attualmente risulta meno letale di altre malattie respiratorie del momento.

Tant’è che, come riporta un interessante articolo pubblicato su “Il Manifesto”, in Germania le autorità hanno di fatto ufficialmente decretato la fine della pandemia. Sebbene la notizia sia completamente “sfuggita” ai nostri giornaloni, sembra che nell’acceso dibattito tra aperturisti e chiusuristi, i primi abbiano decisamente prevalso. Secondo Christian Drosten, il più autorevole virologo tedesco, “la pandemia è finita, sebbene piccole ondate saranno ancora possibili, il livello di immunità nella popolazione è così ampio e resistente che il virus ha poche possibilità di sopravvivere alla prossima estate.”

Ultimo giapponese

Ma per l’irriducibile Speranza, che pare voglia emulare l’esempio di Hiroo Honoda, soldato giapponese che rimase nella giungla delle Filippine fino al 1974, rifiutando di credere che la guerra fosse finita da quasi trent’anni, il Covid è vivo e vegeto e lotta insieme a lui e ai suoi compagni del terrore virale.

Inoltre, dopo aver gettato nello sciacquone ingenti risorse nell’acquisto di una enorme quantità di dosi di costosi vaccini, rapidamente divenuti obsoleti per vie delle molteplici mutazioni del coronavirus, Speranza cerca in qualche modo di scaricare sulle spalle del governo Meloni la responsabilità delle ultime, fallimentari campagne vaccinali.

In sostanza, anche da questo punto di vista mi pare che la linea dell’attuale governo sia la stessa che sta prevalendo in gran parte del mondo avanzato; ossia vaccinare i fragili e lasciare che la componente sana della popolazione si immunizzi in modo naturale, così come avviene da sempre nei confronti della cosiddetta influenza stagionale.

Ovviamente possiamo comprendere che per un personaggio che ha girato l’Italia in lungo e in largo, promettendo di finirla con le restrizioni solo quando non avremmo avuto più nessun decesso Covid, tutto questo suona come una eresia. Ma, al pari di tanti altri spinosi dossier lasciati in “dono” da chi occupava in precedenza la stanza dei bottoni, la pur lenta normalizzazione sanitaria portata avanti dalla maggioranza di destra-centro non fa che rispondere ad un elementare principio di realtà.

Claudio Romiti, 29 dicembre 2022