Società

Spunta il laboratorio per “bambini trans”

La sconcertante iniziativa Lgbt è stata supportata dal Comitato etico dell’Università Roma Tre. In altri termini: con soldi nostri

Roma Tre gender

Al peggio non c’è mai fine, c’è poco da fare. Nell’era dominata dalla religione woke non ci si può sorprendere più di nulla, nemmeno di un laboratorio intitolato “Bambin* trans e gender creative”. E no, non ci si può sorprendere nemmeno se l’iniziativa ha il supporto del Comitato etico dell’Università Roma Tre: negli ultimi anni abbiamo avuto modo di capire come gli atenei rappresentino una roccaforte per la galassia risvegliata, regina della mancanza di buonsenso.

Appuntamento sabato, ore 10.00. Cosa è previsto? Una locandina diventata virale in rete ve lo spiega: “un progetto di ricerca con strumenti ludico-creativo per ascoltare e accogliere le storie di bambin* e ragazz* (dai 5 ai 14 anni) condotto da ricercator* della comunità e da un’insegnante montessoriana”. Purtroppo non si tratta dell’ironia di un account conservatore, ma è tutto vero: per qualcuno è veramente possibile parlare di bambini – ripetiamo bambini – trans. Del resto chi non ha mai visto un bimbo di 6 anni che parla tutto il giorno di voler diventare una bimba? Oppure un ragazzino di 10 anni che trascorre ore e ore a dialogare di gender creative? Robe da pazzi.

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Inutile evidenziare che si tratta di un progetto pagato con i nostri soldi, ormai anche questa non è una novità. Ma fortunatamente qualcuno potrebbe mettere fine a questo triste spettacolo. La notizia del laboratori per bambini trans ha indotto la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, si apprende da fonti MUR, a dare mandato agli uffici del ministero di contattare l’Università Roma Tre allo scopo di acquisire, in tempi rapidi, informazioni circa il laboratorio. In particolare, il ministro Bernini ha chiesto di verificare se il progetto corrisponda ai requisiti previsti dal bando che ha consentito all’Università di accedere a fondi pubblici. Incrociamo le dita.

Sia chiaro, il problema resta. Anche se l’iniziativa verrà cancellata. Perchè è la furia Lgbt il vero avversario. Quella furia che spinge gli integralisti a coinvolgere i minorenni, a parlare con loro di cambio di sessi, di processi invasivi quanto irreversibili, di mondo fluido senza citare i prezzi da pagare. Ipocrisia allo stato puro.  Nessuno oserà mai impedire di trattare certi argomenti e di professare questa o quella credenza, ma almeno i più piccoli lasciateli perdere: nessuno tocchi i bambini.

Franco Lodige, 24 settembre 2024

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