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Spunta un altro nome per il dopo Mattarella

Ormai Sergio Mattarella lo ripete in pubblico e in privato: «L’ipotesi di una mia rielezione appartiene al campo della fantapolitica». Dunque l’inquilino del Colle completerà il suo settennato nel mese di gennaio e poi dirà: «Arrivederci e grazie, è stato un piacere». Ed è forse anche per tale ragione che la politica è assai tormentata sul da farsi, su chi potrà ereditare lo scettro di Mattarella.

Totonomi per il Colle

Matteo Salvini scalpita, incontra Enrico Letta, litiga con Giorgia Meloni, consapevole che su quell’affaire Colle rischierà di non toccare la palla. D’altro canto, le ipotesi in campo rimandano al campo catto-comunista: Romano Prodi, ancora scosso dai famosi 101 del 2013, Paolo Gentiloni, insignito di un super incarico a Bruxelles e uomo per tutte le stagioni, gli evergreen Massimo D’Alema e Walter Veltroni, quest’ultimo sempre più prima penna di via Solferino. E ancora: Pierferdinando Casini, personalità di centro, che piace a destra e a sinistra e addirittura a quei grillini che un tempo avrebbero detto peste e corna di un ex democristiano come Pierfurby.

Ma tant’è. Va da sé che in cima alla lista c’è Mario Draghi, superfavorito per ogni carica ma assai impegnato a far decollare il piano vaccini, a dover inviare e attuare il Recovery Plan. Senza dimenticare che il premier dovrà scrivere la prossima legge di bilancio.

Un democristiano doc come outsider

Insomma, nei palazzi della politica in pochi credono che in un amen Mister Bce possa traslocare da Palazzo Chigi al Quirinale, lasciando l’esecutivo nelle mani di un Daniele Franco o di Luciana Lamorgese. Troppo alto il rischio o comunque, per dirla un ex ministro del Conte 2, «si tratta di un passaggio aggrovigliato anche perché non esiste un precedente». E allora come finirà? È vero, la partita è ancora lunga, il semestre bianco comincerà il 3 agosto prossimo. Tuttavia occorre arrivare preparati all’appuntamento.

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