L’applicazione delle regole a seconda delle simpatie politiche non è certo una novità per la sinistra italiana ma quello che è accaduto a Mestre ha dell’incredibile. Qualche mese fa l’associazione culturale Nazione Futura, nella persona di Marco Mestriner, ha richiesto l’utilizzo degli spazi del museo M9 per la presentazione dell’ultimo libro di Nicola Porro Le tasse invisibili.
La direzione del museo della Fondazione Venezia, proprietaria del complesso, negò la sala considerando Nicola Porro un giornalista “troppo schierato politicamente”, una giustificazione già di per sé sconcertante trattandosi di un evento culturale ma che diventa ancor più paradossale alla luce degli eventi di questi giorni.
Mentre a Porro è stata negata la sala, il leader di Azione Carlo Calenda – lui sì un politico – ha presentato il suo ultimo libro proprio negli spazi del museo in piena campagna elettorale (a Venezia e in Veneto si terranno le elezioni amministrative e regionali). Un fatto che non è sfuggito a Raffaele Speranzon di Fratelli d’Italia che ha denunciato pubblicamente l’accaduto parlando senza giri di parole di una “giravolta politica sulla concessione degli spazi in M9”. La censura a Nicola Porro è purtroppo solo la punta dell’iceberg di quanto avviene in tanti comuni italiani dove eventi, presentazioni, iniziative – anche se di carattere culturale – non in linea con il pensiero progressista e di sinistra, vengono boicottate o si cerca di impedirne la realizzazione.
Il problema è ben più ampio poiché in molti comuni, luoghi come musei, sale conferenze, luoghi pubblici che dovrebbero essere concessi con criteri super partes, vengono utilizzati con le stesse finalità politiche che in apparenza i responsabili dicono di voler contrastare. Non è solo la negazione degli spazi a Porro che sono stati invece concessi a Calenda a destare polemica ma anche il primo evento politico organizzato all’interno degli spazi del museo veneziano come spiega Speranzon: “Improvvisamente a campagna già iniziata, l’altro ieri [giovedì scorso nrd] M9 comunica che è possibile per le coalizioni affittare il chiostro, 150 posti, a 1300 euro più Iva, con almeno tre giorni di anticipo.
Buone nuove? Magari… Se non fosse che, casualmente, il primo giorno utile è sabato e casualmente dopo pochi minuti ecco il lancio di agenzia del candidato sottosegretario che avvierà la campagna proprio dal chiostro. Un tempismo perfetto!”.
Accuse respinte al mittente da Michele Bugliesi, presidente della Fondazione di Venezia e amministratore unico del distretto M9, che ha sottolineato: “L’M9 è aperto a tutta la città”. Nonostante Bugliesi sia diventato presidente della Fondazione solo di recente, quanto accaduto nei mesi scorsi rappresenta un fatto grave per il pluralismo di idee e opinioni che dovrebbe essere garantito in un luogo pubblico.
Sarebbe un segnale importante che nei prossimi mesi la Fondazione si facesse promotrice di eventi e iniziative di carattere culturale all’interno dell’M9 dando voce ad autori ascrivibili al mondo della destra, liberale e conservatrice, per fugare i dubbi sull’imparzialità nella gestione degli spazi eventi.
Francesco Giubilei, 3 agosto 2020