35,3 miliardi di euro di nuovi balzelli in bolletta elettrica per finanziare il green deal europeo. Purtroppo non si tratta di una boutade o di una sparata di qualche pericoloso nemico di Bruxelles, ma quanto confermato in una nota dalla Commissione Ue guidata da Ursula von der Leyen. Il governo europeo ha infatti reso noto di aver dato luce verde agli aiuti di Stato previsti nell’ambito del regime italiano volto a sostenere la produzione di un totale di 4 590 MW di nuova capacità di energia elettrica a partire da fonti rinnovabili.
Il regime contribuisce al conseguimento degli obiettivi strategici dell’Ue relativi al tristemente noto green deal, contemporaneamente resta fissato l’obiettivo di mettere la parola fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi e di accelerare la transizione verde. Non si tratta di una misura di pochi mesi, bensì sarà in vigore fino alla fine del 2028. Una brutta notizia considerando che verrà finanziata con un prelievo dalle bollette pagate dai consumatori. In altri termini, da noi, come se non fossero già abbastanza pesanti le cifre di oggi.
La Commissione ha sottolineato che l’Italia sosterrà la costruzione di nuove centrali attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative e non ancora mature. In ordine sparso parliamo di energia geotermica, energia eolica offshore (galleggiante o fissa), energia solare termodinamica, energia solare galleggiante, maree, moto ondoso e altre energie marine oltre a biogas e biomassa. Per quanto concerne l’aiuto pubblico, questo assumerà la forma di contratto bidirezionale per differenza per ogni kWh di energia elettrica prodotta e immessa in rete e sarà versato per una durata pari alla vita utile delle centrali. Il prezzo di riferimento per l’energia elettrica verrà calcolato come il prezzo zonale orario: quando sarà inferiore al prezzo di esercizio, i beneficiari avranno diritto a ricevere pagamenti pari alla differenza tra i due prezzi. In caso contrario, i beneficiari dovranno invece versare la differenza alle autorità italiane.
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La spinta sulle rinnovabili è irreversibile e non è un male di per sé. Ma a rimetterci sono esclusivamente gli italiani. Una stortura, l’ennesima, di un green deal europeo che presenta criticità visibili ad occhio nudo. Un’impostazione talebana, integralista, tale da rallentare la produttività: il rendimento delle imprese potrebbe infatti calare di un terzo nel giro di cinque anni. Esoso per i cittadini e persino controproducente: le misure per abbattere le emissioni di Co2 causano una brusca frenata per la produttività. L’unica speranza è legata al lungo termine, ma tutto dipenderà dalla spinta dell’innovazione. Poche certezze e tanti, tantissimi rischi.
Franco Lodige, 5 giugno 2024
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