Quanto conta lo Stato e quanto il cittadino? In Italia lo Stato è tutto e il cittadino è nulla. Da questa superiorità quantitativa e qualitativa della “macchina statale” sul povero e nudo individuo derivano allo stesso tempo l’autoritarismo e l’anarchia della vita e della storia d’Italia. La cosa è così evidente che non avrebbe nemmeno bisogno di dimostrazione. Il caso più emblematico, per il lungo tempo dello “stato d’emergenza” che stiamo vivendo, è il rapporto che c’è tra la Costituzione e il cittadino ossia il comune mortale. Infatti, se il cittadino italiano non può accedere direttamente alla Corte costituzionale per far valere la stessa Carta, allora, ne derivano tre fatti sconcertanti che ognuno di noi vive, lo sappia o no, sulla pelle: 1. la Carta ha un mero valore platonico; 2. il potere è senza limiti; 3. il cittadino è prigioniero dello Stato. Potranno sembrare anche affermazioni forti, ma per riscontrarne la consistenza provate a individuare una via d’uscita dallo “stato d’emergenza” che non è previsto dalla Costituzione.
Gli avvocati Rocco Todero e Andrea Pruiti Ciarello si sono fatti promotori di una significativa iniziativa. Esemplare iniziativa. Hanno ufficialmente proposto una legge di riforma costituzionale per riconoscere ai cittadini la possibilità concreta di rivolgersi direttamente alla Corte costituzionale. Oggi, infatti, il cittadino – ognuno di noi – deve prima rivolgersi al giudice ordinario e se il giudice dice sì allora si accede alla Corte, se il giudice dice no allora l’accesso alla Corte è negato. Come si intuisce e come già detto: il cittadino è prigioniero dello Stato: lo Stato vale tutto, il cittadino nulla.
In Italia funziona così. In altri Stati no. In altri Stati è previsto sia il vaglio preventivo delle leggi sia l’accesso diretto dei cittadini alla Consulta. In questo modo il potere di chi governa – e più in generale il potere istituzionale – è arginato, limitato, limato alla fonte e, insomma, il potere non è l’unico giocatore in campo. I cittadini hanno una concreta e ben individuata strada per giungere in tempi brevi e certi alla Corte costituzionale e la stessa Costituzione non è un pezzo di carta sospeso sulle teste del quale si può dire tutto e il suo contrario – tipo: la Costituzione più bella del mondo – ma un reale punto di riferimento con cui evitare arbitri e abusi.
Si tratta di cose terribilmente serie che incidono non solo sulla vita dei cittadini fatta di carne e sangue e sacrifici, ma anche sulla stessa autorevolezza del potere che con i limiti costituzionali è in pratica custodito e tutelato dai suoi stessi abusi. Purtroppo, la cultura degli Italiani non fa affidamento sul costituzionalismo e tende a credere in una sorta di sovranità assoluta del potere. In questo modo, però, si danneggia non solo sé stessi ma anche lo stesso potere. Montanelli diceva così: non è il potere che corrompe gli italiani ma sono gli italiani che corrompono il potere. L’iniziativa di Todero e Pruiti Ciarello mette in luce proprio questo aspetto tragico e a tratti grottesco della cultura italiana: la sovranità assoluta dello Stato con cui gli italiani credono di fregare lo Stato e fregano sé stessi.
Giancristiano Desiderio, 1° settembre 2021