Cultura, tv e spettacoli

Stavolta Amadeus non fa il Festival woke: “A Sanremo faccio salire i trattori”

La conferenza stampa a un giorno dal via del Festival della musica italiana. Il conduttore: “Edizione meloniana? Io…”

Sanremo Festival

Non sarà un festival meloniano, come assicura Amadeus. Ma neppure un’accozzaglia arcobaleno come anno scorso. Bisogna ancora attendere il via di Sanremo ma la musica della kermesse canora sembra essere un pochino cambiata. Non solo perché hanno chiesto a Rosa Chemical di “non baciare nessuno”, come successo anno scorso con Fedez di fronte a milioni di persone e con le conseguenti polemiche del caso. Ma anche perché se i trattori in rivolta dovessero puntare verso l’Ariston, il conduttore sarebbe addirittura pronto a farli salire sul palco ritenendo “la loro protesta giusta e sacrosanta”.

Poco fa si è conclusa la prima conferenza stampa a un giorno dal via dell’evento più atteso della tv italiana. A chi gli chiedeva se il governo avesse chiesto un’edizione più contenuta, Amadeus risponde per le rime: “Ho incontrato Roberto Sergio appena diventato Ad – ha spiegato – e lui mi ha detto di continuare a fare liberamente Sanremo esattamente come lo hai fatto negli ultimi 4 festival. Non mi ha mai fatto una telefonata per chiedere qualcosa, ho una assoluta libertà. I miei sono festival che non sono schierati politicamente né a destra né a sinistra”. 

Certo va detto che anno scorso gli inviti sul palco erano stati tutt’altro che “neutri”. Se chiedi a Paola Egonu a parlare di razzismo in Italia un qualche messaggio lo stai cercando. E lo stesso se porti Chiara Ferragni e le fai scrivere una letterina a se stessa o le fai indossare abiti con scritte femministe. Ma insomma: è il gioco delle parti e se quest’anno il Festival non è stato accompagnato dal classico gioco delle polemiche un motivo ci sarà: niente monologhi da parte dei co-conduttori, ad eccezione forse di Giovanni Allevi che porterà la testimonianza della malattia contro cui sta lottando; e zero politica o quasi. Spazio solo alla storia di Giovambattista Cutolo, il giovane musicista morto per una lite in un parcheggio. E a Stefano Massini e Paolo Jannacci che dedicheranno una canzone alle morti sul lavoro “che in Italia sono troppe”.

Tuttavia, nei giorni in cui gli agricoltori sono in protesta in tutta Europa e oggi puntano su Roma con una carovana di trattori, Amadeus si dice pronto ad accoglierli. “La loro protesta è giusta e sacrosanta – ha detto il direttore artistico – Non sono però stato contattato e non ho contattato nessuno. Quella dei trattori è una protesta giusta per il diritto al lavoro e alla tutela del lavoro. Ma onestamente, non sono stato contattato”. Succederà? Chissà.

C’è anche spazio per una piccola riflessione su Fabio Fazio. Nei giorni scorsi il conduttore di Che tempo che fa si era lamentato con la Rai denunciando una sorta di regolamento scritto ad hoc per impedire al vincitore del Festival di andare ospite nel suo programma. Scelta logica: se la Rai “produce” un campione, perché nel day after della vittoria dovrebbe lasciarlo al concorrente? Fazio aveva fatto la vittima, prontamente smentito da viale Mazzini e anche dai fatti. Ieri Amadeus è infatti andato eccome nel salotto coi pesci: ha chiesto una liberatoria all’Ad Roberto Sergio che, ovviamente, non ha negato uno “spazio pubblicitario” gratuito su una rete concorrente. Si tratta di logiche aziendali e di audience che Fazio poteva comprendere da solo senza montarne un caso. Intanto Amadeus conferma: non accetterà, con ogni probabilità, la conduzione di un sesto festival.
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