Corsa al premierato

Stefania Limiti, la riforma costituzionale e la legittimità dei somari

Tra le varie amnesie e l’ossessione plebiscitaria, il delirante intervento della scrittrice Stefania Limiti sulla riforma costituzionale

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Sabato scorso, durante la punta mattiniera di Omnibus, in onda su La7, ho assistito ad un delirante intervento della scrittrice e giornalista Stefania Limiti, presentata come opinionista del Fatto Quotidiano. Sul tema molto controverso della riforma costituzionale proposto dalla premier Meloni, su cui personalmente sospendo il giudizio in attesa degli sviluppi futuri, val la pena riportare il passaggio saliente della Limiti, la quale ha iniziato con la classica premessi dei professionisti della delegittimazione politica.

“Io vorrei ricordare che questa maggioranza è stata votata da una minoranza di italiani. Noi questo dato (dato assolutamente irrilevante, visto che in Paesi di grande tradizione democratica, come Stati Uniti e Regno Unito, va a votare circa la metà degli elettori aventi diritto) non ce lo dobbiamo mai dimenticare”, le parole della Limiti. La scrittrice ha poi proseguito: “Questo è fondamentale perché noi adesso abbiamo un gruppo di potere che legittimamente governa, ma che illegittimamente, secondo me, pretende di mettere mano ai meccanismi costituzionali. La Costituzione – aggiunge la nostra erudita – è il quadro di base di riferimento, è l’anima del Paese. La Costituzione non può essere modificata dalla pretesa di comando di un gruppo di potere”.

Dopodiché, ci ha pensato il sempre ottimo Roberto Arditti, direttore editoriale di Formiche, a rispondere in modo adeguato alla Limiti. Ricordando, a beneficio di chi ha la memoria corta e un po’ bicefala, che l’ultimo tentativo di una riforma costituzionale venne fatto sempre a maggioranza dalla sinistra, con la fallita abolizione del Senato promossa da Matteo Renzi, Arditti ha subito dopo colpito e affondato l’ennesima pasionaria del Fatto Quotidiano: “La legittimità dei ciò che si può fare sul fronte delle riforme è data da quello che è scritto nella nostra Costituzione – che evidentemente Stefania Limiti non ha letto – La stessa Costituzione dice che le riforme sono possibili se si trova una grande maggioranza – maggioranza qualificata – in Parlamento, e che quindi mette d’accordo maggioranza e opposizione, in caso contrario l’ultima parola è lasciata al popolo sovrano attraverso lo strumento del referendum confermativo.”

Ebbene, vorrei segnalare alla illustre scrittrice che, a dispetto della sua ossessione plebiscitaria, il medesimo referendum confermativo non prevede alcun quorum. Ciò vuol dire che nel caso in oggetto, qualora andasse a votare la sua disprezzata minoranza di italiani, la complessa riforma proposta dall’attuale gruppo di potere, verrebbe approvata. Cara Limiti, come recita una espressione latina, “dura lex, sed lex”, la legge è dura, ma è legge, anche per i somari che si appellano alla Carta senza averla prima letta in tutte le sue parti.

Claudio Romiti, 13 novembre 2023

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