Parliamo di quel poveraccio di Stefano Feltri. Non merita grande attenzione, però questa mattina mi hanno mandato un suo articolo e la mia redazione mi ha chiesto: “Rispondiamo a questo che ci insulta sulla sua inutile pagina?”. Io dico: “Non vale la pena”, poi però non ho resistito perché questo sostiene che io dico delle balle sul clima e le dico non perché ci credo.
Siccome Stefano Feltri mi chiamava per far recensire i suoi libri, e io non mi ricordo neanche se l’ho fatto, mi chiedo: “Ma chi è quel cretino che si rivolge a un giornalista come me per recensire il suo libro se sono così stronzo da scrivere delle cose a cui neanche credo?”.
Questa è la cosa grave. Io tante volte sostengo che alcuni colleghi scrivano delle fake news, però non affermo che non ci credano. Io sono convinto che ci credano. Io sono convinto che il manettaro Verdelli sia un manettaro e che creda a quello che scrive. Feltri invece no. Deve essere di più perché lui è un pretino: quindi io scrivo delle balle a cui non credo, perché non è legittimo che io possa credere a quello che dico. Un atteggiamento insopportabile.
Stefano Feltri sostiene che il Foglio e il Nicola Porro siano al servizio della grande industria contro il riscaldamento climatico. È riuscito a scrivere, e attenzione non scrive neanche particolarmente bene, che io e quelli del Foglio contribuiremmo alla narrazione sul fanatismo di Ultima Generazione. È a questo punto che ho capito che forse non avrei dovuto parlare: mi sa che non sta bene. Io faccio un appello al Domani: riprendetevelo, dovete riprendervi questo giornalista. È necessario che voi riprendiate Stefano Feltri, perché lasciato così libero come una monade non ha controllo. È come se lasciassero me ubriaco su un motorino.