Stop agli Euro 5 in Piemonte: il centrodestra corre ai ripari

Tra due settimane scatterà il divieto di circolazione delle auto Euro 5 in Piemonte. Il governo lavora per la proroga

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Si tratterebbe dell’ennesima eco-follia. Peccato che a deciderla, almeno questa volta, è stato il delirio green di alcuni pezzi del centrodestra, che però nelle ultime ore stanno cercando di correre ai ripari. Il tema è quello dello stop ai veicoli Euro 5 in Piemonte, un vincolo che scatterebbe a partire dal 15 settembre in 76 comuni. L’imposizione negherebbe alle macchine di circolare dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30, proprio nella principale fascia lavorativa.

Follia green in Piemonte

Il problema è quello da sempre sollevato sulle colonne di questo sito. Si può trattare di un provvedimento orientato sulla sostenibilità ambientale (fino a quando non si fa notare, per esempio, che in Cina si produce il 50 per cento della produzione mondiale di carbone), ma che non si accompagna alla cruciale sostenibilità economica. Un binomio che non piace ai burocrati di Bruxelles, vista la direttiva green sulle case e lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035, ma che ora pare aver parzialmente contagiato pure il centrodestra italiano.

Per approfondire:

Il no del governo

Sì, parzialmente. Perché in queste ultime ore, in extremis, Palazzo Chigi sta cercando di prorogare per almeno due anni lo stop ai veicoli Euro 5, ma sarà necessario convincere l’Unione Europea. E su questo Giorgia Meloni cercherà di strappare il sì mirando ai provvedimenti emessi in materia di Covid e Superbonus. A ciò, però, si aggiunge il grande interrogativo della regione Piemonte, l’unica ad aver messo sul tavolo un piano per bloccare questo tipo di veicoli considerati troppo inquinanti. “Come è noto, la Regione Piemonte sul blocco degli Euro 5 si è trovata costretta ad attuare una scelta figlia di una procedura di infrazione europea – spiegano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore all’ambiente Matteo Marnati – però il governo italiano nel Consiglio dei ministri di lunedì scorso ha aperto alla possibilità di rivalutare le misure messe in campo e di procedere ad una analisi tecnica che prenda in considerazione l’impatto effettivo misure alternative al blocco dei veicoli diesel Euro 5. Si tratta di un passaggio di estrema importanza perché ci dà la possibilità di mettere sul tavolo e di valorizzare tutte le misure messe in campo dal 2021 ad oggi che, allora, non erano né conosciute né tanto meno previste”.

Nelle scorse ore, ha alzato le barriere anche il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, secondo il quale si tratterebbe della “ennesima forzatura di Bruxelles”, nonché “una scelta ideologica e dannosa che colpirà duramente famiglie e imprese senza significativi benefici per l’ambiente”. Contrario anche il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Ora, però, prima ancora di Bruxelles, c’è da scardinare la proposta della giunta piemontese (che già nel 2021 chiese l’anticipazione del blocco degli Euro 5). Il fuoco più pericoloso pare essere proprio quello amico.

Matteo Milanesi, 31 agosto 2023

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