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Stop al ddl Zan, il Senato lo affonda

Enrico Letta e Zan sbattono sul voto segreto. Salvini: “Arroganza Pd e M5S”

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Bye Bye al Ddl Zan. Enrico Letta ne aveva fatto una bandiera, aveva promesso di arrivare “all’approvazione finale” del testo senza mediazione con Salvini e invece finisce con l’incassare una sonora sconfitta. Dopo una mattinata di dibattiti, al Senato la maggioranza formata da Pd, M5S, Leu e Iv non ha tenuto alla prova del voto segreto: i parlamentari in anonimato hanno infatti approvato gli ordini del giorno, presentati da Lega e Fratelli d’Italia, sul non passaggio all’esame degli articoli. Risultato schiacciante: 154 voti favorevoli, solo 131 i contrari e due astenuti. La “tagliola” è servita, il che di fatto decreta la morte del provvedimento.

Una sconfitta politica, per Letta, che avrebbe potuto portare a casa l’approvazione di una norma sull’omotransfobia accettando la mediazione col Carroccio e invece ha cercato lo scontro ideologico. Troppo tardi è arrivata, la scorsa settimana, la timida apertura alle modifiche. M5S e Liberi Uguali hanno infatti disertato il tavolo politico convocato da Andrea Ostellari. Il Pd ha rifiutato l’idea della Lega di rinviare di una settimana la discussione in Aula. E così eccoci al deragliamento finale.

In fondo Italia Viva proponeva da tempo di trovare un accordo, magari eliminando dal testo i riferimenti all’identità di genere, l’articolo sull’educazione scolastica e quello limitativo della libertà di espressione. Anche Renzi aveva informato l’ex premier del rischio di sbattere il muso contro gli oppositori al ddl Zan nascosti all’interno degli stessi partiti del centrosinistra, ma lui non ha voluto sentire ragioni. “Tutti dicono che lo vogliono la legge ma poi non si comportano di conseguenza – ha detto Davide Faraone (Iv) – alle parole di Letta dovevano seguire comportamenti coerenti. Qualche giorno fa avevamo detto che si apriva il dialogo, abbiamo verificato impossibilità di verificare ragionamento di merito”.

Esulta per lo stop al ddz Zan anche Matteo Salvini, che incassa una prima vittoria in Aula. “Sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5Stelle – spiega – hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre, dalle associazioni e da molte famiglie, e hanno affossato il Ddl Zan. Ora ripartiamo dalla proposte della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati di opinione”. Chissà se Letta e soci avranno capito che per approvare una legge non basta avere l’appoggio di Fedez con tanto di lezioncine dal palco del Primo Maggio. Servono i voti in parlamento.

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