Esteri

Stop alla follia gender: la sanità inglese dice basta ai bloccanti della pubertà

L’Nhs ha annunciato che nei centri che si occupano di disforia di genere non sarà più possibile prescrivere farmaci dopo gli allarmi degli esperti

bloccanti della pubertà 02 © George Dolgikh, Khosro, towfiqu barbhuiya e inkdrop tramite Canva.com

Finalmente un’azione mirata a salvaguardare i bambini dopo una serie di scelte iper-progressiste buone solo a soddisfare la religione Lgbt. Comprensibile la soddisfazione per l’annuncio dell’Nhs, il Servizio sanitario nazionale inglese, che nei centri che si occupano di disforia di genere non sarà più possibile prescrivere farmaci bloccanti della pubertà dopo gli allarmi per la salute denunciati dagli esperti. L’ente ha disposto il divieto di fornire i farmaci ai giovani sotto i 18 anni e resteranno disponibili unicamente per la ricerca clinica sperimentale.

La decisione dell’Nhs sui farmaci bloccanti della pubertà è arrivata dopo aver commissionato alla National Institute for Health and Care Excellence (Nice) una revisione sugli analoghi dell’ormone rilasciante la gonadotropina (GnRHa). “Abbiamo concluso che non ci sono prove sufficienti a sostegno della sicurezza o dell’efficacia clinica” dei farmaci tali da “rendere in questo momento il trattamento disponibile di routine”, il giudizio degli esperti.

La ricerca è stata effettuata dato il massiccio aumento del numero di bambini indirizzati al Gender Identity Development Service: da 250 bambini nel 2012 a oltre 5 mila nel 2022. Una tendenza impressionante, ma i numeri choc riguardano coloro che stanno già assumendo bloccanti della pubertà: più di 100 bimbi solo nel Regno Unito. Loro, monitorati da endocrinologi presso l’Ospedale di Leeds e dell’University College di Londra, potranno continuare ad avere accesso ai farmaci attraverso l’Nhs.

Riflettori accesi sulla correlazione significativa tra disforia di genere e altri problemi di sviluppo. “Una percentuale significativa di bambini e giovani che sono preoccupati o angosciati da questioni legate all’incongruenza di genere sperimentano nella loro vita coesistenti complessità di salute mentale, neuro-sviluppo e/o personali, familiari o sociali”, quanto riportato dal Washington Examiner.

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Il governo ha accolto con soddisfazione la decisione dell’Nhs: “Accogliamo con favore questa decisione storica da parte del Servizio Sanitario Nazionale di porre fine alla prescrizione di routine di bloccanti della pubertà e questa guida che riconosce che la cura deve essere basata sull’evidenza, sull’opinione clinica di esperti e nel migliore interesse del bambino”, le parole del ministro della Salute, Maria Caulfield. Una decisione corretta, che ci ricorda ancora una volta la priorità dei Servizi sanitari nazionali: proteggere, sostenere e agire nel migliore interesse dei bambini, non soddisfare le pretese di questa o quella comunità.

Le proteste strumentali della galassia arcobaleno non sono ovviamente venute meno. L’organizzazione Stonewall ha denunciato che “tutti i giovani trans meritano di accedere a un’assistenza sanitaria tempestiva e di alta qualità”. Un delirio, l’integralismo allo stato puro. Non una novità, considerando i soggetti, ma poco importa: oggi, nell’epoca della furia talebana, possiamo festeggiare una vittoria del buonsenso.

Massimo Balsamo, 13 marzo 2024

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