“Stop alle politiche di asilo Ue”. Linea dura dell’Olanda sui migranti

L’obiettivo è ridurre drasticamente l’immigrazione per poter continuare ad adempiere ai doveri costituzionali nazionali. Ma Bruxelles nicchia

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Scozia migranti (1)

Mentre la Svezia studia un provvedimento per incrementare fino a 350 mila corone il sussidio di emigrazione volontaria e la Germania blinda i suoi confini per porre un freno all’immigrazione irregolare, un altro paesi nordeuropeo, l’Olanda, si prepara a dare battaglia all’Unione per ottenere l’esenzione delle politiche comunitarie d’asilo e migrazione.

“Ho appena informato la Commissione europea che desidero l’opt-out in materia di migrazione per i Paesi Bassi. Dobbiamo nuovamente occuparci della nostra politica di asilo”, ha annunciato nelle scorse ore con una nota diffusa dal suo account X il ministro olandese per Asilo e Migrazione, Marjolein Faber.

Nella sua lettera indirizzata al commissario europeo per gli affari interni Ylva Johansson, l’esponente del governo dell’Aja ha informato l’organo esecutivo europeo della volontà dei Paesi Bassi di ridurre drasticamente l’immigrazione per poter continuare ad adempiere ai doveri costituzionali nazionali che prevedono l’obbligo di fornire assistenza sanitaria, istruzione e alloggi pubblici ai migranti. Con l’opt-out, l’esecutivo guidato dal premier Dick Schoof punta a realizzare in Olanda “la politica d’asilo più severa di sempre”, da attuare mediante l’introduzione di norme più stringenti in materia di immigrazione in grado di limitare i flussi migratori in entrata.

Per ottenere l’agognata esenzione, è tuttavia necessaria una modifica dei Trattati europei, soggetta all’unanime approvazione dei ventisette Stati Ue. Ragion per cui, non sarà affatto semplice per l’esecutivo dell’Aja arrivare a strappare l’opt-out a Bruxelles. Ci erano riusciti in passato soltanto tre Paesi membri: la Danimarca che si è sfilata dalle missioni di difesa e dalla cooperazione su sicurezza e giustizia; l’Irlanda che si avvale dell’esenzione dagli accordi di Schengen sulla libera circolazione e in materia penale e giudiziaria; e la Polonia che ha invece ottenuto un opt-out dall’applicazione vincolante della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Almeno per il momento, Bruxelles non sembrerebbe tuttavia intenzionata ad assecondare le richieste olandesi: “Non ci aspettiamo alcun cambiamento immediato delle regole”, ha fatto sapere un portavoce della Commissione, confermando la ricezione della missiva proveniente dai Paesi Bassi contenente la richiesta di esenzione dalla politica comune d’asilo e migrazione. In ogni caso, a prescindere dall’accoglimento o meno da parte dell’Unione delle istanze olandesi, ciò che non si può fare a meno di notare è l’insofferenza generalizzata dei Paesi membri, con in testa i nordeuropei, nei confronti delle generose politiche comunitarie sull’immigrazione e di quell’idea di accoglienza illimitata, tanto cara ai socialisti Ue, che oggi sta letteralmente crollando dinanzi alle esigenze di sicurezza del popolo europeo.

Salvatore Di Bartolo, 19 settembre 2024

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