La Germania sta bloccando le prime sanzioni sul gas russo. O forse no. Nelle ultime ore si è tornato a parlare del dossier energia e Politico ha rilanciato una grossa indiscrezione sulle mosse di Berlino. Citando sei funzionari europei, il portale ha riportato che l’Unione europea non era riuscita a trovare un accordo su nuove misure contro il settore gnl (gas naturale liquefatto) della Russia proprio a causa dell’ostruzionismo del Paese guidato da Olaf Scholz.
Secondo quanto ricostruito, il punto cruciale del pacchetto consiste nel divieto di riesportare il gas russo dai porti Ue e di finanziare i terminali di Gnl previsti nell’artico e nel Baltico. “I Paesi dell’Ue erano vicini a un accordo, ma i colloqui si sono arenati all’ultimo minuto”, la testimonianza di una fonte. Il problema sarebbe la Germania, intimorita dall’ampliamento di una misura che avrebbe obbligato le aziende europee a garantire che i loro clienti non vendessero a Mosca i prodotti sanzionati.
La principale preoccupazione di Berlino era legata al fatto che le sue piccole imprese avrebbero sofferto se questa clausola fosse stata estesa a prodotti ad uso tendenzialmente civile come i prodotti chimici o i macchinari per la lavorazione dei metalli, e non solo alle armi da fuoco, agli articoli per il combattimento e ai beni a doppio uso. Da qui la necessità della Commissione europea di trattare con Berlino per convincere Scholz a non porre il veto.
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Considerando quanto accaduto dallo scoppio della guerra in Ucraina, la svolta della Germania non rappresenterebbe una grossa sorpresa. Ma Berlino ha tenuto a fare chiarezza sull’accaduto. Il cancelliere Scholz, protagonista al G7 di Borgo Egnazia, ha confermato le sue riserve sull’attuale proposta di nuove sanzioni europee contro la Russia, ma il suo governo non rappresenta un ostacolo all’accordo. “Non stiamo bloccando le sanzioni”, la sua precisazione ai microfoni della Zdf: “Come per tutti gli altri pacchetti di misure, stiamo lavorando con gli altri intensivamente e vogliamo assicurarci che tutto sia fatto nella maniera più pragmatica possibile”. Seguiranno aggiornamenti, ma qualcosa non torna.
Franco Lodige, 15 giugno 2024
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