Stop immigrazione: ecco perché vincono Afd e certa sinistra

Il tema dell’immigrazione di massa potrebbe condannare i partiti tradizionali: il caso di Sahra Wagenknecht

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Wagenknecht (1)

Lo “spostamento a destra”, ma anche, in realtà, verso la sinistra non immigrazionista, della Sahra Wagenknecht si spiega facilmente con questo grafico impressionante dell’immigrazione in Eurozona dal 2013 divisa per paesi. Come si vede la Germania ha assorbito 6 milioni di migranti o immigrati che dir si voglia, quasi la metà del totale.

Per confronto, la Francia aveva una popolazione inferiore alla Germania, ma solo di un 22% circa nel 2013, ha assorbito poco più di un milione di immigrati. Si vede anche la Spagna con una popolazione che è poco più della metà della Francia ne ha assorbiti il doppio (dei francesi) e l’Italia pure di più della Francia sia in assoluto che in percentuale. Non si tratta quindi apparentemente di una “politica della UE” che viene applicata, visto che la Francia ad esempio ha numeri parecchio più bassi e la Germania, se si fanno le proporzioni, più del triplo. Il fenomeno dell’immigrazione di massa negli ultimi dieci anni è ancora più accentuato in Canada, Australia, UK e Stati Uniti che in Europa, ma la Germania, se si fanno le proporzioni, è in linea coi paesi “anglo” e si differenzia dal resto d’Europa per ampiezza dell’“accoglienza”.

Come si sa o si dovrebbe sapere, ogni volta che si fanno sondaggi sull’immigrazione, per quanto le domande dei sondaggi vengano “massaggiate”, la risposta della popolazione è sempre che l’immigrazione è eccessiva e invariabilmente non si disapprovano le politiche di immigrazione. Le uniche categorie presso le quali sembra esserci una domanda di maggiore immigrazione finora sono state alcune associazioni imprenditoriali.

Ma come anche sappiamo, nei programmi elettorali nessun partito ha mai promesso o previsto o parlato di far entrare ad esempio 6 milioni di immigrati in Germania (e cifre minori, ma comunque elevate negli altri paesi, visto che il totale è 14 milioni in 10 anni).

Anche il ritorno di fiamma di Trump come si può facilmente leggere, è essenzialmente legato al tema dell’immigrazione incontrollata promossa dal governo Democratico, parliamo infatti di 7 milioni di immigrati illegali da quando Biden è al potere nel 2020, a cui poi si aggiunge un immigrazione legale di altri milioni (ad esempio dell’India con i famosi visti per lavoro H1B). Non ci si rende forse conto che negli ultimi anni c’è stata un accelerazione dell’immigrazione nei paesi occidentali, ad es in Canada ci sono oggi 427 “studenti” indiani, che arrivano in Canada con visto da studente e poi quasi sempre restano. E in UK con la Brexit l’immigrazione ha accelerato e quasi tutta da Pakistan, India e Medio Oriente. Nei paesi però di lingua inglese, a parte Trump che ha costruito gran parte delle sue campagne elettorali sull’immigrazione, nessun partito la prende come tema essenziale.

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In Germania, per ragioni culturali e sociali che si potrebbero discutere in un altro articolo, invece un partito che alza la bandiera dell’immigrazione c’è – Afd –  anzi ora ce ne sono due, perchè il partito della Wagenknecht è di sinistra ma moderatamente a favore di restrizioni dell’immigrazione. Sommati arrivano al 35-37% dell’elettorato che è una percentuale poi simile a quello della “destra” francese che pure si differenzia dal resto sull’immigrazione. In Italia poi Lega e FdI hanno percentuali che arrivano al 40%. Nessuno di questi schieramenti con denominatore comune l’immigrazione è maggioritario, ma quando si chiede ad esempio agli elettori di Forza Italia o del M5S o anche del PD la maggioranza risponde che vorrebbe ridurre l’immigrazione. Questo tema in se per sè sarebbe maggioritario ovunque, anche in UK tra gli elettori laburisti!. Ma i partiti che lo intercettano poi perdono consensi su altri temi, soprattutto la dicotomia “sinistra/destra” oppure “liberali/populisti” in economia.

La cosa interessante della Germania ora è che il tema, che sarebbe vincente, dell’immigrazione, viene portato avanti sia da destra che da sinistra. Se trovassero una piattaforma comune, come ad esempio Kennedy e i democratici che si porta dietro e Trump ora, potrebbero vincere.

Paolo Becchi e Giovanni Zibordi, 5 settembre 2024

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