Continua l’eloquente gestione del ministro Lamorgese sulla sicurezza e sulla lotta all’immigrazione clandestina. Questa volta, vittima di un’aggressione da parte di un bengalese clandestino – con precedenti, tra cui l’obbligo di lasciare il territorio italiano – è stata una poliziotta di Napoli, colpita con una pietra e poi violentata dall’extracomunitario 23enne.
Il caso
Il fatto si è verificato ieri sera, quando la donna ha lasciato l’ufficio del distretto di polizia, dopo il termine del turno 19-24. Subito dopo, mentre stava raggiungendo la macchina parcheggiata al porto, l’agente è stata presa di soprassalto e stuprata dal criminale, arrestato dopo la segnalazione della vittima ai colleghi.
Immediata è stata la risposta della Lega Campania, nelle parole del capogruppo della Lega nel Consiglio regionale, Severino Nappi: “La violenza è stata portata a termine in una zona della città, quella del porto, che, come abbiamo denunciato a più riprese, continua a vedere protagonisti di gravi episodi di criminalità di extracomunitari irregolari“. E ancora: “Non è più sopportabile che, a causa del finto buonismo delle sinistre e dell’immobilismo del ministro Lamorgese, per fortuna agli sgoccioli del suo mediocre mandato, vengano lasciati circolare indisturbati per le nostre strade soggetti che attentano quotidianamente alla sicurezza dei cittadini”.
Allarme clandestini
Insomma, si tratta di un chiaro messaggio contro la gestione migratoria di questi ultimi tre anni. E la situazione non sembra limitarsi solo al territorio campano, ma si tratta di un’urgenza a livello nazionale. Se analizziamo i dati della popolazione carceraria – secondo i valori offerti dal ministero della Giustizia – si noti come gli stranieri costituiscano più del 30 per cento del totale. Ciò vuol dire che un detenuto su tre ha origini extracomunitarie.
Un campanello d’allarme ancor più significativo, se pensiamo che la popolazione straniera nel nostro Paese è pari “solo” all’8 per cento del totale. In definitiva, è evidente come l’immigrazione incontrollata, non selezionata, a porte aperte, rischi di portare ad un’esplosione sociale, sempre più radioattiva col passare degli anni. Eppure, una certa sinistra pare voler nascondere la polvere sotto il tappeto.
Il doppiopesismo di sinistra
La Repubblica, per esempio, ha riportato la notizia dello stupro solo a metà home page, quando per il caso di Greta Beccaglia, la giornalista vittima di una pacca sul sedere da parte di un maleducato, dopo la partita Empoli-Fiorentina, si instaurò un maxiprocesso. Oppure, ancora, la stessa infelice sorte toccò agli Alpini, criminalizzati e tacciati di violenza sessuale dalla sinistra, composta all’unanimità, salvo poi arrivare – per ora – a quattro denunce di diffamazione, portate avanti in giudizio dalle “penne nere” e già accolte dal giudice.
Insomma, è il classico doppiopesismo in salsa radical e progressista. Pare che certe violenze, stupri, molestie, se compiute da cittadini italiani o “bianchi”, valgano di più rispetto a quelle poste da uomini di colore, magari muscolosi e che hanno attraversato il Mediterraneo per trasformarsi in buone e rispettose “risorse”. Si spera solo, che con l’avvio della nuova legislatura e la formazione del governo di centrodestra, si arrivi all’adozione di una nuova e radicale politica. Gli esempi da cui trarre spunto ci sono. Ed il Regno Unito deve – o meglio, dovrebbe – essere al primo posto.
Matteo Milanesi, 20 ottobre 2022