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Svolta sul caso Stormy Daniels, dopo che la Corte suprema aveva respinto la richiesta del tycoon di sospendere la lettura della sentenza. Il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, è stato condannato per il presunto pagamento di 130mila dollari all’ex pornostar atto a nascondere la loro relazione. La sentenza, però, non prevede per Trump la galera bensì una “scarcerazione incondizionata” a dieci giorni dal suo insediamento.
Ritenuto colpevole di tutti i 34 capi d’imputazione, il presidente eletto secondo i giudici avrebbe falsificato i registri aziendali sul pagamento del suo avvocato di allora, Michael Cohen, per coprire il versamento fatto alla star del porno. Tuttavia, non dovrà scontare nessuna pena. La particolarità di questa sentenza sta nell’applicazione della scarcerazione incondizionata, una soluzione non comune nel panorama giudiziario dello Stato di New York, soprattutto in casi di elevato profilo politico e mediatico come quello di Trump. In caso di “scarcerazione condizionale”, invece, il presidente avrebbe dovuto pagare un risarcimento o mantenere un qualche impegno. Ma così non sarà. La “soluzione” adottata dal giudice permette di chiudere la vicenda processuale evitando il rischio di trovarsi un Presidente in libertà vigilata o agli arresti, come rischiava (fino a 4 anni di carcere) prima della rielezione. “Le protezioni garantite all’ufficio del presidente non sono un fattore attenuante. Non riducono la gravità del crimine né ne giustificano in alcun modo la commissione”, ha spiegato il giudice Merchan. “Le protezioni sono, tuttavia, un mandato legale che, in base allo stato di diritto, questa corte deve rispettare e seguire. Tuttavia, nonostante la straordinaria ampiezza di tali protezioni, un potere che non forniscono è il quello di cancellare un verdetto della giuria”. Tradotto: la condanna resta, la pena no perché “sono stati i cittadini a decidere che Lei debba godere di protezioni come la clausola di supremazia e l’immunità presidenziale”.
L’ex Presidente, dal canto suo, non ha tardato a reagire alla decisione del giudice. Attraverso una serie di dichiarazioni ai media, Trump ha ribadito la sua innocenza e ha denunciato il processo come parte di una “caccia alle streghe” orchestrata dai suoi detrattori politici. Ha puntato il dito contro il procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, accusandolo di essere in combutta con le opposizioni e di aver agito con motivazioni politiche piuttosto che sulla base di prove concrete. “Dopo aver speso decine di milioni di dollari, sprecato oltre 6 anni di lavoro ossessivo che avrebbero dovuto essere spesi per proteggere i cittadini di New York dalla criminalità violenta e dilagante che sta distruggendo la città e lo Stato – ha scritto sui social Trump – coordinandosi con il Dipartimento dell’Ingiustizia di Biden/Harris in un’opera di armamento senza legge e lanciando accuse completamente prive di fondamento, illegali e false contro il vostro 45° e 47° Presidente, mi è stato dato un proscioglimento incondizionato. Questo risultato dimostra da solo che, come avevano detto tutti gli studiosi e gli esperti di diritto, non c’è un caso e non c’è mai stato un caso, e che l’intera truffa merita di essere annullata”.
In ogni caso il neo presidente farà ricorso. “Apprezzo il tempo e lo sforzo della Corte suprema nel cercare di rimediare alla grande ingiustizia che mi è stata fatta: per il bene e la santità della presidenza – ha detto – farò appello contro questo caso e sono fiducioso che la giustizia prevarrà”. L’accusa, secondo The Donald, “non aveva nessun crimine, nessun danno, nessuna prova, nessun fatto, nessuna legge, ma solo un giudice altamente conflittuale, un testimone chiave che è stato radiato, caduto in disgrazia, spergiuro seriale e un’interferenza elettorale criminale”: “L’evento di oggi è stato una spregevole farsa, e ora che è finito, faremo appello a questa bufala, che non ha alcun merito, e ripristineremo la fiducia degli americani nel nostro sistema di giustizia, una volta grande”.
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