La strage del bus

Strage del bus: è davvero tutta colpa del buco sul guardrail?

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Mestre viadotto guardrail

Diciamo così: neppure il tempo di contare i morti e curare i feriti, che già i giornali hanno emesso la sentenza: se il bus elettrico è caduto dal cavalcavia di Mestre uccidendo 21 persone e ferendone altre 15, tra cui neonati, sposini, bambini e ragazzi, è tutta colpa del guardrail. O meglio: di quei due metri di “interruzione” della barriera metallica sul tratto di strada percorso dall’autobus che da Venezia riportava i turisti a Marghera.

Ora: non è ovviamente da escludere. E siamo certi che la procura sarà vagliando tutte le ipotesi, che vanno dal colpo di sonno al malore, passando per la distrazione dell’autista. “Stiamo lavorando sulla dinamica dell’incidente che ha visto il bus toccare e scivolare lungo il guardrail per un cinquantina di metri e infine, con un’ulteriore spinta a destra, precipitare al suolo”, ha detto il procuratore di Venezia Bruno Cherchi. Per ora non si sa molto, se non che il bus viaggiava a velocità non sostenuta, che sul cavalcavia c’era un po’ di traffico, che cadendo il mezzo ha provocato l’incendio delle batterie elettriche che hanno creato qualche difficoltà ai soccorritori. Il resto sono ipotesi, che ovviamente andranno vagliate dalla magistratura, discusse in un processo e poi confermate da una verità giudiziaria. Invece sui giornali siamo praticamente già alla sentenza: “Mestre, il guardrail con il varco. ‘Ne mancavano due metri’. E mai un restauro”.

Tutto vero, diciamo fattuale. In effetti a guardarlo bene più che un guardrail pare una ringhiera e pure arrugginita. Come sostiene qualcuno, è probabile che in quel tratto ne servisse uno più alto di quello presente. Ed è pure vero che il buco di due metri c’era, come corrisponde a realtà che di restauri non ne sono mai stati fatti dagli anni Settanta, tanto che un mese fa era stato aperto un cantiere per “l’adeguamento delle barriere stradali” e della strada. Sette milioni di euro, arrivati – per malasorte – troppo tardi.

Si poteva fare prima? Forse sì, ma dicono dal Comune “i nostri uffici dal 2016 sono impegnati per sistemare quel tratto di guardrail e non si può affidare 7 milioni di euro di lavori senza una gara d’appalto. Chiediamoci invece perché in Italia una procedura per dei lavori debba essere così lunga”. Inoltre, fa sapere l’assessore ai trasporti Renato Boraso, le protezioni “sono vetuste ma a norma, almeno rispetto alle norme di allora”. E infatti stamattina, dopo aver letto le ricostruzioni dei giornali, Boraso si è un tantino infuriato contro “affermazioni inaccettabili“. “Il bus – spiega – non è caduto perché ‘c’era un buco di un metro e mezzo’ nel guardrail. Quel buco è un varco di sicurezza, di servizio, previsto dal progetto originario del manufatto”. E ancora: “L’autobus è caduto 50 metri dopo il varco, dopo aver strisciato sul guardrail, senza segno di frenata o contro-sterzata. O vogliamo dire che senza il ‘buco’, la barriera avrebbe tenuto un mezzo in corsa, che sbanda, di 13 tonnellate?”.

Franco Lodige, 5 ottobre 2023

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