“Studi truccati”: di cosa è accusato il ministro Orazio Schillaci

L’inchiesta sul ministro della Salute: in alcuni degli studi pubblicati nel 2018 al 2022 sarebbero presenti alcune anomalie

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Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, piuttosto criticato a causa della eccessiva cautela nel togliere i residui e inutili obblighi per contrastare la diffusione di un virus a bassa letalità, in questi giorni si trova al centro di una vicenda a dir poco imbarazzante. Come riportano alcuni organi di stampa, secondo un’inchiesta realizzata dal Manifesto, quando il ministro era preside della facoltà di Medicina dell’università di Tor Vergata, a Roma, un certo numero di studi scientifici, pubblicati tra il 2018 e il 2022 efirmati da Schillaci, sarebbero corredati da immagini duplicate provenienti da studi precedenti. La spinosa questione ha avuto un immediato riflesso internazionale, tanto da essere ripresa dalla rivista americana Science.

In particolare, secondo la consulente per l’integrità scientifica dell’autorevole settimanale, Elisabeth Bik (intervistata dal Manifesto), potrebbe trattarsi tanto di una svista che di un errore intenzionale. Ad ogni modo, sostiene Bik, il caso metterebbe in dubbio l’accuratezza dei risultati sperimentali. In un caso, una ricerca pubblicata nel 2021 sul Journal of Clinical Medicine presentava una foto che avrebbe dovuto raffigurare delle cellule di tumore della prostata. Tuttavia, secondo l’analisi del Manifesto, la stessa identica immagine era già presente in un’altra ricerca pubblicata due anni prima, nel 2019, in cui Schillaci era stato coinvolto (anche se solo per la validazione dei dati e la revisione del testo). Nello studio più vecchio, si diceva che l’immagine fosse di cellule di tumore al seno.

Un’altra ricerca pubblicata nel 2019 era corredata da un’immagine di cellule ossee, per raffigurare una metastasi venuta da un tumore al seno. Quella stessa foto al microscopio, era utilizzata anche in uno studio precedente che non aveva visto la partecipazione di Schillaci e che non riguardava affatto il cancro al seno. Ancora più indietro nel tempo, siamo nel 2018, una pubblicazione – apparsa sulla rivista Contrast Media & Molecular Imaging – parlava di cellule di tumore alla prostata prima in pazienti metastatici e poi in pazienti non metastatici. Secondo il Manifesto, però, si tratterebbe della stessa immagine usata due volte, e semplicemente ingrandita in modo tale da renderla diversa. La stessa cosa sarebbe stata fatta in uno studio del 2019 per rappresentare i risultati di due esperimenti diversi, e nel 2021, quando Schillaci era indicato anche come “corresponding author”, cioè come ricercatore a cui fare riferimento per avere chiarimenti e approfondimenti.

Inoltre Science sottolinea che Schillaci – autore complessivamente di circa 400 articoli scientifici – ha continuato a pubblicare anche dopo la nomina a ministro della Salute nel 2022. A parere di Mike Rossner, presidente della società di consulenza Image Data Integrity, le duplicazioni potrebbero anche essere state involontarie: “È possibile – aggiunge su Science – che l’autore abbia semplicemente preso il file sbagliato”. Ma quand’anche si trattasse di errori semplici, aggiunge Byrne, “quando un gruppo sembra commettere tali errori ripetutamente, ciò potrebbe indicare che i loro processi di gestione siano difettosi”.

Intervistato dal Manifesto, Schillaci ha mostrato una certa sicurezza. “Non sono esperto di microscopia elettronica – ha dichiarato -, mi sono fidato di chi ha fornito quelle immagini. Verificheremo se effettivamente ci sono degli errori. Sono tranquillo – ha aggiunto -, non ho manipolato nulla. Le immagini non sono del mio laboratorio, ma di altri colleghi che non hanno fatto nulla di male.”

Ora, in attesa di capire quali sviluppi avrà l’ennesima vicenda che sembra intaccare la credibilità della medicina italiana, che durante la pandemia ha assunto le sembianze di una religione, è doveroso sospendere ogni giudizio pro e contro, anche se, dopo ciò che è accaduto proprio nei lunghi anni di terrore dominati dallo scientismo sanitario, sulla totale buonafede del ministro delle mascherine, al pari di tanti altri baroni universitari, la mano sul fuoco non ce la metterei.

Claudio Romiti, 15 settembre 2023

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