Stupro Palermo, il maschilismo non c’entra

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Leggendo i giornali di oggi è inevitabile leggere i vari pezzi sullo stupro di Palermo. Il 90% parla del fatto che questi ragazzi in carcere se la vedono brutta. Questo è naturalmente sbagliato nel senso che lo Stato quelle persone le deve condannare secondo la legge e non secondo le leggi della giustizia privata. È la differenza tra uno Stato liberale e uno Stato di cannibali. Poi è evidente che se questi ragazzi verranno condannati dalle sentenze dei tribunali, in carcere devono rimanerci il più possibile, ma devono essere tutelati. Non si può pensare che il carcere diventi una tortura nemmeno per la peggiore bestia che esista.

Il sociologismo dei giornali

Ad ogni modo, il punto fondamentale su questa vicenda è un altro. Il punto è il sociologismo che leggo, ormai da settimane, su tutti quanti i giornali. Oggi si incarica del compito, nella prima pagina del Corriere della Sera, Aldo Cazzullo che dice che il nostro è un paese maschilista perché gli accusati dicono che la vittima era consenziente. No ragazzi, fermi tutti. Aldo, tutto a posto? Non ci siamo proprio. Il fatto che ci sia un carcerato che esce prima dal carcere dopo aver stuprato una ragazzina di 19 anni, peraltro oggi è tornato pure gli arresti, non è un problema di maschilismo. È un problema di certezza della pena. Questo è un paese in cui non c’è la certezza della pena, ma col maschilismo non c’entra una emerita ceppa. Il fatto che gli stupratori dicano che lei ci stava è semplicemente il loro tentativo grottesco di difendersi in un processo che probabilmente perderanno. Ma non confondiamolo con il maschilismo. Il fatto che uno si difenda non vuol dire che la società sia maschilista.

Non diamo valutazioni politiche a questa vicenda. Poi scopriremo che uno magari è comunista e l’altro è fascista: chi se ne frega, sono dettagli. Il punto sostanziale di quello che è avvenuto è la violenza brutale che in alcuni esseri umani viene fuori. Questa violenza mostruosa non ha nulla a che vedere con il maschilismo, ha a vedere soltanto con il fatto che se verranno condannati dovranno scontare fino all’ultimo giorno in carcere la loro condanna.

La questione sociale

Restiamo alla cronaca. Qui ci sono sette persone che hanno compiuto una violenza mostruosa e quei sette, se condannati, devono rimanere in galera e pagare le conseguenze delle proprie azioni. Perché dobbiamo sempre trovare la giustificazione con questa idea che ci sia un elemento sociale? Non è così. Ci sono solamente sette presunti stupratori che non sono figli di nessuna cultura. Tutto il resto sono solo stronzate.

Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 24 agosto 2023

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