“Sui vaccini il governo tace”. E Meloni silura il direttore dell’Aifa

Spoil System ai vertici dell’Agenzia del Farmaco: il governo ha dato il benservito a Nicola Magrini, nominato nel 2020 da Speranza

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Ciao ciao Nicola Magrini. Che lo spoil system all’Agenzia Italiana del Farmaco fosse imminente lo si era capito dall’intervista, un tantino scandalosa come ha fatto notare Mario Giordano, che il direttore dell’Aifa lunedì ha rilasciato alla Repubblica. Titolo: “Sui vaccini il governo tace, ma la corsa è già ripartita”. Essendo una carica istituzionale, peraltro di nomina governativa, l’uscita a gamba tesa di Magrini era apparsa ai più fuori luogo. E anche se è impossibile sapere se avesse già ricevuto la lettera firmata dal ministro Orazio Schillaci che lo informa della conclusione del suo incarico, di certo il cambio della guardia era nell’aria.

L’attuale direttore manterrà l’incarico di direttore generale ancora per una ventina di giorni, fino al 23, in vista anche di una riforma più generale dell’Aifa. Non deve sorprendere, a dire il vero. Il ruolo dirigenziale all’Agenzia del farmaco è uno dei pochi che, in ambito sanitario, i governi possono modificare quando si insediano. Facciamo un esempio: poco prima di lasciare il ministero, Roberto Speranza ha nominato il suo fedelissimo Stefano Lorusso (compagno di scuola ai tempi della giovinezza) in un ruolo, quello della Programmazione sanitaria, da cui nessuno può schiodarlo. Neppure il ministro Schillaci. Nel caso di Magrini, invece, l’opportunità c’era e che il governo sia intervenuto non deve dunque sorprendere. Soprattutto se si considera Magrini – bolognese – è sempre stato considerato vicino alla sinistra e doveva la sua nomina all’ex ministro Speranza.

La riforma prevista dal centrodestra dovrebbe entrare in vigore a marzo, salvo slittamenti. La nuova struttura dell’Agenzia non dovrebbe più prevedere la figura del direttore generale, ma solo quella del Presidente (ad oggi, Giorgio Palù) e del Consiglio di amministrazione.

La decisione di Schillaci ha scatenato ovviamente l’ira delle opposizioni. Enrico Letta attacca: “La rimozione di Magrini dalla guida dell’Aifa è una scelta di discontinuità grave e sbagliata. Una scelta di parte che è anche un segnale pericoloso e preoccupante. Su salute, protezione dei più deboli e lotta alla pandemia c’è bisogno non di scelte faziose ma di continuità”. Domanda: i dirigenti possono nominarli solo loro?

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