Esteri

La guerra in Ucraina

Sull’Ucraina ci spacciano notizie a senso unico

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Come da prestidigitazione: tutti guardano la cartina d’Europa e non le nuove rotte artiche. Senza la guerra ucraina Svezia e Finlandia avrebbero potuto far digerire ai loro popoli l’abbandono della neutralità? Le nuove rotte artiche servono, infatti, anche alla Cina. Coi nuovi rompighiaccio si va dovunque. I russi hanno varato anche una centrale nucleare galleggiante. Eh, un piano ben congegnato a lungo preparato dalle teste d’uovo angloamericane: una guerricciola in casa d’altri, tre piccioni.

Gli ucraini? Expendables. Possibile che Putin, proveniente dal servizio segreto più kazzuto del mondo, non lo sapesse? Impossibile. Purtroppo non lo sapremo mai. Com’è noto, possiamo ricevere solo notizie pro-Zelensky, la versione di Putin ci è preclusa. E, se qualcosa trapela, è fake, propaganda di guerra, menzogne insomma. E se qualcuno mostra di almeno sospettare che qualcosa non torna, dàlli al putiniano, cacciatelo, non fate parlare il traditore e venduto al nemico. Per esempio, leggo in un intervento su Facebook di quel che hanno trovato i russi nei laboratori di armi biologiche della Azovstal: il generale canadese Trevor Cadieu, l’ammiraglio americano Eric Thor Olson, il generale Roger Cloutier e il colonnello John Bailey, inglesi. È vero? È falso? Boh.

C’erano laboratori di armi biologiche là? Ri-Boh. Il solito Capuozzo si chiedeva perché i russi esitassero a spianare la Azovstal pur potendo. E domandava: non è che lì sotto c’erano, appunto, ufficiali Nato che Putin non intendeva seppellire per non rischiare la Terza Guerra Mondiale? Chi è uscito da quei sotterranei? Personaggi utili allo scambio? E di che? Ripeto, non lo sapremo mai. Intanto, però, un sondaggio di Nando Pagnoncelli per il programma di Floris su La7 dimostra che, malgrado tutto, gli italiani sono meno cretini di quel che vogliono farli diventare. Un robusto 36% ritiene sbagliata la fretta e furia con cui Finlandia e Svezia bussano alla porta Nato. E, udite, nientemeno che il 65% trova che gli Usa stiano facendo il loro interesse alle spalle dell’Europa e dell’Italia. Solo uno su quattro pensa davvero che, dando armi a Zelensky, si difenda la democrazia.

E tutto questo malgrado il martellamento ossessivo e continuo di tutte, tutte, le televisioni nazionali, tutti i quotidiani tranne un paio, e non so la radio perché non la seguo. Non c’è uno, dico uno, che nei talk, se ha qualcosa da timidamente obiettare, non si sottometta al rito preventivo di dichiarare da che parte sta (la solita), distinguendo «tra aggressore e aggredito» (lo fa anche il famigerato Orsini), schierandosi, come i paladini medievali, a difesa «del povero e dell’oppresso, della vedova e dell’orfano». Ma chi conosce la storia sa come andò davvero la «proditoria aggressione» a Pearl Harbor. Una delle tante (se non tutte) subìte dagli americani nell’intera loro storia. Forse Renzi fu profeta – pro domo sua, ovvio – quando mise il canone in bolletta.

Infatti, sono ormai maggioranza (vedi Pagnoncelli) quelli che non si riconoscono più nella televisione, pubblica e privata: tutti i tiggì, quasi tutti i talk cantano la stessa canzone. Resterebbero solo i film, ma ecco che la Giornata Antiomofobia li trasmette a tema (unico), anche se non risulta sia mai stata ufficializzata e non pochi italiani non siano proprio d’accordo. Non parliamo della carta stampata, che senza le provvidenze statali avrebbe chiuso da quel dì: da qui la singolarità tutta italiana di un premier applaudito in sala stampa prima ancora che apra bocca. Ci consola (si fa per dire) che, quanto ad applausi preventivi, gli svedesi-Nato non stanno meglio: vedi il Nobel a Obama a prescindere.

Rino Cammilleri, 20 maggio 2022