Politica

Sull’Ucraina non si fa informazione, ma propaganda

Usa e Gran Bretagna hanno già vinto, la sconfitta è dell’Europa che sarà sempre più povera

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La guerra è ancora in corso, ma un primo bilancio lo si può trarre. Gli americani e i loro cugini inglesi, da sempre sempre a braccetto, hanno già vinto: la Russia è stata ricacciata in Asia e gli europei si impoveriscono, ottima cosa per i «mercati» angloamericani. L’informazione? Ma se la Ue è di fatto in guerra a fianco dell’Ucraina, non c’è informazione, bensì propaganda. Come è normale in guerra. Anche in tivù da quasi tre anni è ormai tutto un «approfondimento» sempre della stessa cosa: prima il covid, ora l’Ucraina. Per sapere se il tuo vicino di pianerottolo sopravvivrà alla sparatoria di cui è stato fatto segno dovrai chiedere direttamente all’ospedale. E se vuoi sapere perché è stato fatto segno di colpi di arma da fuoco, dovrai recarti al commissariato. I «corrispondenti» e gli «esperti» televisivi? Basta guardare da dove parlano per sapere in anticipo che cosa possono o non possono dire.

In questo conflitto – e negli altri – gli italiani, tanto per cambiare, si sono fatti riconoscere: il sindaco polacco di boh umilia Salvini? Ha conquistato facile il suo warholiano quarto d’ora di celebrità: perfino “Striscia La Notizia” non ha perso l’occasione per dare addosso a Salvini-nemico-pubblico per la faccenda della maglietta con la faccia di Putin. Inneggiando all’eroico sindaco polacco di boh, la gag ha occupato tutta la scena, così che il Paese non sappia nemmeno che cosa Salvini sia andato a fare in Polonia.

C’è la guerra mondiale? Chissenefrega, agli italiani interessano solo le loro beghe interne di partito. Biden caput mundi convoca gli alleati-sudditi europei e Draghi no? Correttamente, lui lo sa che il Banchiere è SuperMario solo per noi. Ma che nello scenario internazionale, a parte gli elogi, non conta granché, così come noi. Noi, come si è visto, ce lo meritiamo perché agli occhi di chi comanda realmente siamo solo delle macchiette litigiose. Se uno di noi si azzarda a drizzare la testa, scatta l’antico proverbio giapponese: «Il chiodo che sporge viene schiacciato». Dagli altri chiodi, cioè dai suoi (nostri) compaesani.

Fin dall’inizio dell’Avvento del Salvatore della Patria esposi il dubbio: banchiere, sì, ma anche statista? Il dubbio mi venne quando vidi che manteneva Speranza, Di Maio e Lamorgese al loro posto. Dicasteri importantissimi in mano a gente che nessuno aveva eletto. E le cui capacità erano note già allora. Mentre scrivo, i tiggì continuano a mostrarmi quanto sono cattivi i russi. Ma sarà tutto vero? Ecco, già il fatto che io, spettatore medio, mi ponga la domanda è un requiem per l’informazione. Italiana.

Rino Cammilleri, 12 marzo 2022