Economia

Superbonus, i soldi sono finiti. Che succede ora

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Superbonus: a che gioco giocano Governo e Parlamento? La festa è finita, ma nessuno lo dice. Per decine di migliaia di imprese è a rischio un vero e proprio inferno che s’infiamma sottotraccia ogni giorno di più.

Già da qualche tempo il Governo ha fatto sapere di voler chiudere con effetto immediato i cordoni della borsa, per esaurimento del budget. Bene, ma perché lo ha mandato a dire in modo silente e fuori tempo massimo, mentre ancora oggi non è intervenuto drasticamente a occuparsi del fine-vita bonus? Questa non è una misura “a sportello”, dove si sa in anticipo che l’incentivo è fino a capienza. Per questo, ogni giorno che passa, si espongono gli ignari operatori a nuovi e ingenti debiti, ingannati da leggi che continuano bellamente a garantir loro rimborsi cui avrebbero diritto, ma che non arriveranno mai per incapienza dello Stato. È una cosa inaudita! Nessuno immagina che sia possibile, sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica.

Senza uno stop chiaro e ufficiale – frattanto – è naturale che su tutto il territorio nazionale prosegua ogni giorno un gran fermento di lavori, opere e cantieri, tutti tenuti sul filo del rasoio: ma qui è in gioco la vita delle persone, non si tratta di monopattini. E governare vuol dire che ora te ne devi far carico, non basta saper dire basta allo scostamento di bilancio.

Responsabilità cercasi. Qualcuno, al Governo, deve prendere in mano la patata bollente e fare chiarezza, fissando con urgenza le regole transitorie di questa fase finale. E, invece, mentre già si prospetta un ammanco di svariati miliardi che rischia pericolosamente di gravare sulle spalle di incolpevoli imprese e cittadini, da par suo, questo Parlamento si preoccupa di varare l’ennesima proroga che allarga le maglie a nuovi e ulteriori incentivi, oltre quelli, anch’essi senza copertura, inspiegabilmente tenuti in vigore fino al 2024.

Che senso ha se le risorse non ci sono? Così si allarga l’area dei cittadini ingannati, invogliati a mettere a repentaglio, senza saperlo, il patrimonio familiare di una vita: pura demagogia per ingraziarsi l’opinione pubblica accreditandosi fra i “buoni” che difendono nuovi incentivi contro i “cattivi” pronti a dire “basta”. Un degrado istituzionale così non s’era mai visto! Il Governo fa bene a dire stop, ma deve farlo presto e bene. Prima ancora che distribuire incentivi, suo compito primario è di fare chiarezza e garantire certezze, tirando fuori imprese e cittadini dalla catastrofica trappola in cui lo Stato li ha attirati.

Giuseppe Pasquale