Ora, si può attendere solo la pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Ma l’esito che viene dalla sentenza emessa dal Tribunale di Madrid è un risultato clamoroso, che vede ancora vincenti i club che, nel 2021, avevano cercato di costituire la Superlega. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, infatti, “i membri fondatori avevano chiesto di essere tutelati di fronte alle possibili sanzioni paventate da parte di Uefa e Fifa per aver tentato di organizzare il nuovo torneo. Inizialmente la cosa era stata garantita dal giudice incaricato, ma Uefa e Fifa avevano fatto appello e la loro istanza era stata accolta, con la sentenza rovesciata. Ora, la Audiencia Provincial dà di nuovo ragione ai membri della Superlega, Real Madrid, Barcellona e Juventus, ribaltando il verdetto del Tribunale Mercantile numero 17 di Madrid”.
Per approfondire:
- Superlega: chi s’indigna è peggio dei Paperoni del calcio
- 300 milioni a Mbappé: il “calcio del popolo” senza Superlega
Il contenuto della sentenza è chiaro: Fifa e Uefa non possono impedire in alcun modo la concorrenza della Superlega, men che meno avere un monopolio del calcio europeo e mondiale. Si legge nel provvedimento: “Fifa e Uefa non possono giustificare il loro comportamento anticoncorrenziale come se fossero gli unici depositari di certi valori europei, soprattutto se questo deve servire da scusa per sostenere un monopolio dal quale poter escludere o ostacolare l’iniziativa di quella che aspira ad essere la sua concorrente, la Superlega”.
E ancora, circa la posizione ferrea di Fifa e Uefa adottata contro i club fondatori: “Quella che si avverte è un’azione che ha tutte le caratteristiche di un ingiustificabile abuso da parte di chi detiene una posizione dominante. Non possiamo presumere in questa procedura cautelare che il meccanismo di distribuzione degli utili utilizzato dalla Fifa e dall’Uefa, che non è controllata da un regolatore pubblico indipendente, costituisca necessariamente la miglior soluzione possibile per gli interessi generali dello sport”.
Una sentenza che, nei fatti, obbligherebbe le due associazioni calcistiche dall’astenersi “dall’adottare qualsiasi provvedimento o azione contro la Superlega e persino dal rilasciare qualsiasi dichiarazione contraria durante l’istruttoria del procedimento principale, che impedisca o ostacoli, direttamente o indirettamente, la preparazione o lo sviluppo della Superlega”. Un provvedimento che non permetterebbe neanche di applicare le misure disciplinari, sportive e sanzionatorie che Fifa e Uefa avevano promesso nei confronti dei club fondatori. La palla adesso passa alla Corte Europea.