Avendo più di sessant’anni conservo il ricordo di un mondo assai più libero. Nell’Europa degli anni Settanta, ad esempio, pochi avvertivano l’esigenza che ogni aspetto della vita dovesse essere regolato. Si riteneva che ciò che non era espressamente proibito fosse lecito e che questa dovesse essere la situazione ordinaria nelle più diverse circostanze.
Oggi c’è invece una formula che la dice lunga sulla situazione in cui ci troviamo: “vuoto normativo”. L’homo bureaucraticus è insomma dominato da una sorta di horror vacui: quella che un tempo era ritenuta una genuina libertà, adesso è vista come una carenza di norme; e tutto discende dal fatto che il soggetto dei moderni regimi soft totalitari reputa che l’intera vita vada amministrata da regole e funzionari.
Per le nuove generazioni non c’è nulla di strano. Essi si trovano entro una “normalità” del tutto artificiosa che detta in modo minuzioso cosa si deve fare e chi può farlo. Sul piano economico tutto ciò sta distruggendo, anche se quasi non ce ne accorgiamo, lo stesso spirito imprenditoriale. L’intrapresa ha bisogno di libertà e innovazione, ma questo è sempre meno possibile entro i regimi pianificati da un legislatore così invadente e da burocrati di Stato tanto zelanti.
Quel che è più grave, tutto ciò uccide la vita stessa. Ricordo bene – la cosa mi aprì gli occhi – come il tempio di una comunità religiosa new age piemontese sia finito sotto sequestro (si tratta di una vicenda di molti anni fa) perché, a detta dei custodi del regime burocratico vigente, quella costruzione sotterranea decorata con bellissimi mosaici e statue fosse in contrasto con il piano regolatore e le norme urbanistiche cittadine. Ed è come se nel corso dell’Ultima Cena vi fosse stata l’irruzione dei vigili di Gerusalemme, dato che si era dinanzi a una manifestazione non autorizzata e per giunta con somministrazione di cibi e bevande.
Provare a pensare l’infinito e trarne le conseguenze entra in rotta di collusione con i gestori dell’essere, che ormai ci trattano come cose tra le cose; e cose di loro proprietà.
Carlo Lottieri, 23 giugno 2024
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