Dopo un anno forse siamo riusciti a svelare il mistero dell’acqua radio emanante delle terme di Lurisia, di cui ci siamo occupati in precedenza. Si tratta della famosa acqua Garbarino, le cui portentose capacità taumaturgiche sono state scoperte nel 1918. In quell’anno fatale, in cui si stava per concludere l’immensa strage della Prima guerra mondiale, il governo Italiano, incuriosito da alcuni studi precedenti, incaricò il premio Nobel per la fisica Marie Curie di eseguire un indagine approfondita in merito alle presunte proprietà “magiche” della citata acqua.
La studiosa franco-polacca giunta a Lurisia nell’agosto del 1918, convalidò quanto si sosteneva da tempo, anche sulla base di molte prove empiriche, ovvero che l’acqua, poi denominata Garbarino, possedeva proprietà terapeutiche uniche, dando il via al grande successo e interesse per questo luogo. Come scrivemmo nel settembre del 2022, poco prima della pandemia di Covid-19, la portentosa acqua non si poteva più bere, praticando la cosiddetta terapia idropinica. Mentre invece, come accade attualmente, la Garbarino continuava ad essere utilizzata per le cure inalatorie e per le fangoterapie.
Ebbene, in quel frangente, raccogliemmo alcune indicazioni piuttosto contraddittorie, l’ultima della quali, che sembrava definitiva, veniva da una fonte diretta: l’allora direttore sanitario delle Terme, l’ottimo dottor Massimo Gestro. Quest’ultimo spiegò, nel corso di una lunga telefonata, che a causa di alcuni lavori di ristrutturazione della grotta, la bevuta dell’acqua in oggetto era stata momentaneamente sospesa, impegnandosi a far riprendere al più presto l’erogazione della Garbarino.
Così non è stato e, tornando di nuovo in quel di Roccaforte Mondovì, comune piemontese in cui sono situate le Terme di Lurisia, abbiamo trovato l’identica situazione dell’anno passato: si poteva bere solo l’acqua Santa Barbara la quale, pur non possedendo le eccezionali caratteristiche della sua consorella termale, si distingue per le sue grandi proprietà diuretiche e depurative. Per farla breve, interpellando il dottor Claudio Fantino, il nuovo direttore sanitario delle Terme, dovremmo aver finalmente svelato il “mistero”. Con grande cortesia e dovizia di particolari, il medico piemontese ci ha spiegato che, di concerto con la proprietà, data la sopravvenuta scarsità della miracolosa Garbarino, dovendo scegliere, si è deciso di privilegiare le terapie inalatorie e quelle basate sui fanghi.
Ne prendiamo atto, sperando che la provvidenza ci consenta in futuro di tornare a bere l’acqua di Madame Curie. Anche se, conoscendo la cultura della sicurezza di questo disgraziato Paese, non è completamente svanito il sospetto che l’ossessione di accantonare qualsiasi bega legata a eventuali, future contestazioni derivanti da qualche presunta reazione avversa nella bevuta della Garbarino continui a giocare un qualche ruolo autolesionistico. Tutto questo, comunque, ci offre l’opportunità di sottolineare un altro miracoloso aspetto, se così vogliamo definirlo, della piccola ma organizzatissima industria del turismo del benessere che da molti anni ruota intorno alla ridente cittadina di Roccaforte Mondovì, che ovviamente fanno capo alle citate Terme di Lurisia.
Queste ultime, in particolare, riescono a gestire in modo assolutamente impeccabile una struttura complessa e sempre particolarmente affollata con numero di operatori – tra medici, impiegati e tecnici – appena una quindicina di unità. Tra questi, mi sembra doveroso segnalare il manutentore – factotum Fiorello, il quale mentre lavora come una macchina, riesce senza fermarsi a raccontarti buona parte della sua avventurosa esistenza. Per quanto riguarda, invece, le strutture recettive, l’Albergo Ristorante Commercio, sito nella frazione di Norea, a circa una decina di chilometri da Lurisia. Anche in questo caso si tratta di una di quei silenziosi miracoli produttivi che, a modesto avviso di chi scrive, continuano a tenere a galla un sistema economico zavorrato dal moloch di un regime burocratico e assistenziale che si pappa ben oltre metà delle risorse prodotte dal Paese.
In sostanza, queste due realtà produttive, situate ai piedi delle Alpi cuneesi, confermano in maniera straordinaria uno dei teoremi del mio compianto amico e mentore, Giulio Savelli. A suo dire, di norma, se nel privato due persone sono sufficienti per spostare rapidamente un tavolo da punto ad un altro, nel pubblico la stessa operazione richiede almeno una decina di persone con tempi molto spesso assai rallentati.
Ebbene, nell’ambito delle Terme di Lurisia e in quelle dell’Albergo Commercio, grazie ad una organizzazione molto efficiente, la citata operazione viene effettuata a passo di corsa anche da un solo addetto, realizzando una offerta di benessere impagabile sul piano del rapporto qualità prezzo, soprattutto dopo aver superato il doppio tsunami delle folli restrizioni imposte durante la pandemia e della crisi energetica. È questa l’Italia che funziona, lasciatela lavorare.
Claudio Romiti, 22 settembre 2023