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Svolta sui centri in Albania: ecco il piano del governo

Idee chiare: utilizzare i centri di Gjader e Shengjin per potenziare il sistema di rimpatrio dei migranti irregolari

albania Immagine generata tramite Flux
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Utilizzare i centri in Albania di Gjader e Shengjin per potenziare il sistema di rimpatrio dei migranti irregolari: ora c’è anche la conferma di Matteo Piantedosi. In un’intervista alla Stampa, il ministro dell’Interno ha spiegato che questi centri potrebbero avere un ruolo cruciale per il rimpatrio di tutti quei clandestini che non hanno diritto di rimanere in Italia. L’idea sarebbe di sfruttare anche la parte delle strutture destinata alle procedure accelerate di frontiera, trasformandole in Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr). Questo, ha sottolineato Piantedosi, permetterebbe di rimpatriare persone che altrimenti contribuirebbero a rendere le città italiane meno sicure.

Il titolare del Viminale ha evidenziato come i rimpatri siano un tema in forte crescita nel dibattito politico mondiale, e come l’Europa stia finalmente chiedendo un impegno concreto. Per quanto riguarda la riconversione dei centri, il ministro ha chiarito che non ci sarebbero nuovi investimenti o lavori, poiché le strutture sono già predisposte per questa funzione. Sebbene i centri fossero stati originariamente pensati in Albania per evitare che i migranti mettessero piede in territorio europeo, il loro utilizzo come Cpr consisterebbe nell’arrivare direttamente dall’Italia.

L’obiettivo è aumentare il numero di rimpatri, che nel 2024 è cresciuto del 35 per cento rispetto all’anno precedente. Nonostante le difficoltà legate alle sentenze dei tribunali italiani, Piantedosi confida in una sentenza favorevole dalla Corte di giustizia europea, attesa per fine maggio. In ogni caso, ha aggiunto, l’entrata in vigore dei nuovi regolamenti europei richiederà comunque l’uso di centri per le procedure accelerate di frontiera. Il nuovo regolamento europeo sui migranti potrebbe contribuire a ridurre le partenze, modificando l’idea che l’accesso all’Unione Europea sia un diritto per chiunque riesca a entrare. Piantedosi ha ribadito che l’obiettivo è favorire l’ingresso esclusivamente attraverso canali regolari, con il governo Meloni che sta spingendo per un miglioramento dei flussi legali e un rafforzamento dei rimpatri.

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Con l’arrivo della bella stagione, il numero di partenze verso l’Italia è destinato a crescere, ma Piantedosi ha fatto sapere che quest’anno si è registrato un calo degli arrivi del 17 per cento rispetto al 2024, che aveva già visto una riduzione significativa degli sbarchi. Nonostante la situazione in alcuni Paesi di partenza rimanga instabile, il ministro ha sottolineato che i risultati positivi sono il frutto degli sforzi per contrastare i trafficanti di esseri umani. Senza dimenticare l’importanza di mantenere solidi rapporti con i Paesi mediterranei, come la Libia, per evitare ripercussioni sulle partenze e per rafforzare le relazioni economiche e culturali. Da questo punto di vista, il Piano Mattei targato Giorgia Meloni è stato creato proprio per promuovere questa cooperazione e che i primi risultati sono già visibili.

Osteggiato dalla sinistra (italiana) e dalla magistratura, il piano Albania continua a fare gola in giro per l’Europa. Lo stesso Piantedosi, a margine di un evento a Venezia, ha ammesso che sul modello Albania “ormai c’è un allineamento a livello europeo” anche riguardo a “quelle che sono le politiche che lo permetteranno al governo italiano”: “C’è un primato italiano nel dettare un po’ la linea che è fatta soprattutto di rafforzamento dei canali di ingressi irregolari, ma nello stesso tempo rafforzamento ad esempio del sistema di rimpatrio e più in generale del contrasto all’immigrazione irregolare. Me ne compiaccio, e ritengo che sia l’ulteriore conferma del primato del ruolo attivo che sta avendo Giorgia Meloni, in primis, ma il Governo italiano, sull’affermazione della propria visione su questo tema”.

Dopo Germania e Francia, anche la Gran Bretagna sembra intenzionata a copiare il programma italiano per rimpatriare i migranti che continuano a sbarcare illegalmente sull’isola attraverso piccole imbarcazioni che attraversano la Manica fra le coste francesi e quelle inglesi con l’aiuto di bande di trafficanti o scafisti. Valutazioni in corso sui Balcani: in lista Serbia, Bosnia o Macedonia del Nord. L’Italia fa scuola.

Franco Lodige, 24 marzo 2025

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