Sino ad oggi, per ammissione della stessa Giorgia Meloni, il governo è intervenuto in finanziaria mettendo tutte le risorse disponibili (non tante, per la verità) sui redditi medio-bassi. Un modo per aiutare i più deboli di fronte all’inflazione galoppante ma che, come abbiamo più volte fatto notare su questo sito, rischiava di tagliare fuori una grande fetta di elettorato che al centrodestra ha fornito non pochi voti: quelli che pagano oltre 50mila euro, che ricchi non sono e che a conti fatti versano il 62,5% delle imposte totali.
“Dopo aver ridotto l’Irpef al ceto medio-basso — dice al Corriere il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo — dobbiamo pensare a quelli con un imponibile oltre 50 mila euro che, tra aliquota del 43% e addizionali, pagano più del 50%. Ridurremo loro l’Irpef in relazione alle risorse disponibili”.
Il motto di Giorgia Meloni in fondo è chiaro: “Il Fisco deve essere amico” e le tasse “non sono mai belle”. Se poi superano pure il 50% diventano odiose.