Tanti profitti, pochi prestiti: la verità sul sistema banche

In quasi tutti i Paesi lo Stato ha delegato il compito di creare il denaro alle banche e nessuno vuole che falliscano

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Se oggi in Italia circolano circa 2 mila miliardi di “liquidità” o in Eurozona circa 20 mila miliardi è perché negli ultimi decenni sono le banche che li hanno creati. I soldi non crescono da soli sugli alberi e non sono più monete di argento e oro in quantità limitata, sono al 90% “saldi del conto in banca”. Qualcuno ha avuto il compito nel sistema attuale di creare questi 2 mila miliardi che appaiono nei conti bancari in Italia. Le famiglie e le imprese non possono creare soldi e lo Stato che poteva ha smesso di farlo. Per cui, in quasi tutti i Paesi lo Stato ha delegato il compito di creare il denaro alle banche. Come lo creano? Sotto forma di debito che va restituito con interessi per cui ci possono essere problemi ogni tanto.

Di conseguenza tutti gli Stati regolano e controllano le banche perché non creino troppo denaro o troppo poco e le garantiscono e sovvenzionano se vanno in crisi, come nel 2008. Dopo l’esperienza degli anni Trenta nessuno Stato lascia che le banche falliscano perché poi sparisce il credito e il denaro che circola. Due delle tre maggiori banche inglesi, ad esempio, nel 2008 erano fallite e il governo le ha di fatto nazionalizzate, pur restando quotate in borsa.

Non è pertanto corretto paragonare le banche ad un’attività privata, perché:

1. i conti dei loro clienti sono garantiti (ovunque nel mondo) dallo Stato, in Italia fino a 100mila euro;

2. nessuna banca porta i libri in tribunale perché lo Stato interviene sempre a farla fondere con un’altra banca accollandosi le perdite se è piccola e se più grande come Monte dei Paschi lo Stato rifonde le perdite (circa 9 miliardi per Mps nel corso degli anni),

3. la Banca Centrale, Bce o Bankitalia, presta miliardi (nel caso dell’Italia oltre 400 miliardi) a tasso zero alle banche, come è successo con le politiche recenti denominate “QE” “TLTRO”, per cui le banche italiane hanno comprato circa 400 miliardi di Btp che rendevano tra il 3 e il 5% finanziate di fatto da Bce/BdI a tasso 0%;

4. tutti i governi hanno garantito dei prestiti delle banche, nel periodo del lockdown in Italia, circa 80 miliardi al 90% (cioè se il cliente non paga più le rate, paga lo Stato);

5. la Banca Centrale impiega centinaia di “ispettori” che ogni anno vanno nelle banche a ispezionare i crediti e attività. Inoltre, le autorità decidono se devono tenere un 8 o 10 o 12% del bilancio come capitale e decidono la percentuale di “crediti incagliati” (nel caso delle banche italiane hanno fatti liquidare in fretta 240 miliardi causando circa 50 miliardi di perdite anni fa).

Nessun’altra azienda è soggetta a queste regolamentazioni, controlli e riceve queste garanzie e sovvenzioni pubbliche. Ma le Banche hanno il compito, nel sistema attuale, di creare quasi tutto il denaro, dopo che lo Stato ha smesso di farlo dagli anni Ottanta. È solo dopo la crisi del 2008 che ha ripreso, in modo indiretto, tramite la Banca Centrale che comprava quasi tutti i titoli di stato e di fatto finanziava il deficit. Da circa un anno però le Banche Centrali hanno smesso di farlo.

Le banche non sono “aziende” come quelle degli altri settori. In Asia le banche sono di fatto dirette dal governo che impone loro quanto prestare e a chi. In Germania il sistema bancario è ancora in larga parte pubblico, con 1.200 Sparkassen e Volksbanken locali in cui siedono i Comuni e associazioni di categoria. In Italia, dagli anni Trenta agli anni Novanta abbiamo avuto un sistema bancario in gran parte pubblico. Molti Stati semplicemente hanno anche banche pubbliche, come era in Italia durante il miracolo economico e come è in Germania oggi o in Cina. Se le banche perdono, le nazionalizzano come hanno fatto in Uk e Irlanda nel 2008 o le salvano facendo comprare i loro crediti “incagliati” come hanno fatto in Usa.

Questo perché le Banche sono enti di pubblica utilità che creano quasi tutto il denaro che circola (salvo quando sei in surplus con l’estero e ne ricevi dall’estero…). Non te ne rendi conto quando ricevi lo stipendio o ti pagano la fattura, ma i soldi che ti arrivano sono stati creati anni prima non dallo Stato, ma da qualche banca che li ha prestati a qualcuno. Se le banche riducono il credito per parecchi anni di seguito la quantità di denaro che circola nell’economia si riduce e viceversa. Ed è quello che è successo in Italia tra il 2008 e il 2020. Se leggi il bollettino di Bankitalia, impari che il credito oggi è a 1.700 miliardi e i depositi dei clienti 1.800 miliardi.

Se lo confronti con quello del 2008 il credito era 1.700 miliardi, per cui in 15 anni non è mai aumentato!

I depositi delle famiglie e imprese sono aumentati di 800 miliardi dal 2008, ma il credito è rimasto fermo. Anzi, nel caso delle imprese, nel 2008 era a 930 miliardi e oggi è a 637 per cui il sistema bancario italiano, unico al mondo o quasi, negli ultimi anni ha tagliato di un quarto il credito alle imprese.

Le banche, anche quando sono quotate in borsa, sono di fatto enti di pubblica utilità che dovrebbero creare una quantità di denaro sufficiente per l’economia, ma in Italia questo non avviene più da anni. Il credito è fermo dal 2008 e alle imprese è stato tagliato. Anche se sono anni che le banche guadagnano molto.

La Banca Centrale ha “stampato” per anni centinaia di miliardi per darli alle banche a tasso zero e far loro guadagnare miliardi. Senza lo Stato e la Banca Centrale le banche semplicemente sarebbero tutte fallite da anni e se hanno guadagnato ora molto e perché sono stati creati, in eurozona ad esempio, circa 6mila miliardi dalla Bce a favore di governi e banche. E i governi con quei soldi hanno dato garanzie, sovvenzioni per banche in crisi. I miliardi che le banche stanno guadagnando dipendono essenzialmente da quello che fa la Banca Centrale. Se Unicredit era salita da 50 euro a 200 euro in borsa, poi è crollata fino a 7 euro e ora è tornata 23 euro questo è successo non per colpe o meriti dei managers, ma per la politica della Banca Centrale.

Non si tratta solo del fatto che le banche prestano tra il 4 e il 5% e pagano 0,1% nei conti correnti e su questo il governo sta provando ora giustamente a fare qualcosa. Le banche italiane hanno come azionisti di riferimento fondi esteri e pensano a pagare dividendi, ricomprare le proprie azioni e non finanziano l’economia come negli altri paesi. Il problema dell’economia italiana è che anche se da anni le banche guadagnano molto di più di quelle francesi e tedesche, non stanno aumentando il credito come negli altri paesi.

In Francia, ad esempio, il credito per famiglie e imprese è il 210% del Pil e in Italia il 110% del Pil, cioè la metà. Le banche sono – ripetiamolo – sono enti di pubblica utilità sovvenzionate e garantite dallo Stato. Il governo dovrebbe dunque intervenire e far sì che esse finanzino finalmente l’economia italiana.

Paolo Becchi e Giovanni Zibordi, 16 agosto 2023

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