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Misteri leghisti

Tassa extraprofitti, l’assenza e il giallo nella nota: cosa pensa davvero Giorgetti

Giancarlo Giorgetti tassa extraprofitti banche

Per capire la tensione creatasi ieri sera in Cdm bisogna partire da un’immagine. Ovvero l’assenza di Giancarlo Giorgetti al tavolo della conferenza stampa sul decreto Omnibus che ha annunciato la tassa sugli extraprofitti delle banche nel 2023. Sì, certo: oggi la Lega si è affrettata a far circolare una fotografia del ministro leghista al fianco del leader in una riunione del Carroccio sull’economia. Un modo per sottolineare la “convinzione” dei presenti (Giorgetti incluso) che “il prelievo sui maxi margini delle banche”, colpevoli di aver “guadagnato decine di miliardi in questo periodo”, sia “la strada giusta per aiutare lavoratori, famiglie e imprese”. Nota non smentita dal ministro, che però sull’argomento mantiene una posizione decisamente ambigua.

Lo si capisce leggendo il post vergato da Enrico Zanetti, che di Giorgetti è consigliere. Fu proprio lui a teorizzare l’utilità di una “tassazione aggiuntiva” per “sterilizzare” gli extraprofitti delle banche. Un suggerimento che aveva fatto breccia nel cuore del ministro tanto da spingerlo ad inizio maggio a fare qualche timida apertura nei question time sia alla Camera che al Senato in cui sottolineava “la divergenza tra l’aumento del margine di interesse sui crediti erogati e quello sui rendimenti dei conti correnti”. La parola d’ordine era “equità” e il ministro assicurava che il governo avrebbe “vigilato” sugli impatti dei tassi di interesse su casa e risparmi. Tutti pensavano che alla fine il governo avrebbe copiato la norma ideata da Draghi per gli incassi record delle società energetiche. Ma un mese dopo era arrivata la retromarcia dal palco dell’Italy Capital Markets Forum organizzato da Bloomberg: “Non abbiamo in cantiere alcuna tassazione sugli extraprofitti”, disse perentorio Giorgetti pur chiedendo alle banche di avere maggior flessibilità sui mutui e sui rendimenti dei conti correnti.

Per approfondire

Una promessa che il governo si è rimangiato nel giro di un amen. Ed è forse questo il motivo che ha spinto il titolare di via XX Settembre a disertare – fatto più unico che raro – la conferenza stampa su un decreto così tanto “economico”. Non che Giorgetti non condivida l’analisi di Salvini sul “costo del denaro che è raddoppiato” senza “un altrettanto solerte, veloce e importante aumento dei tassi sui depositi bancari dei consumatori”. Non che il ministro non sia d’accordo col “finanziare il fondo per aiutare le famiglie in difficoltà coi mutui prima casa” o “il taglio delle tasse per famiglie e imprese”. Sembra insomma che il ministro dell’Economia sia sostanzialmente d’accordo con l’imposta, ma non intenderebbe metterci la faccia. Fate pure, ma non nel mio nome.

Ed è qui che si consuma l’ennesimo mistero. Ieri in conferenza stampa, Salvini ha testualmente dichiarato che “il ministro Giorgetti ha portato in Cdm una norma di equità sociale”. Tuttavia il comunicato ufficiale di Palazzo Chigi di oggi, peraltro successivo alla foto opportunity leghista, smentisce in parte questa ricostruzione. Nel paragrafo sulle disposizioni urgenti in materia di attività economiche, quello in cui si spiega il funzionamento del prelievo sugli extra profitti, tra i proponenti vengono infatti citati Meloni, Urso, Salvini, Calderone, Lollobrigida, Santanché e pure Pichetto Fratin. Quasi tutti, insomma. Ma non Giorgetti.

Franco Lodige, 8 agosto 2023