4.Con la soppressione della Tasi viene scaricato sui proprietari l’intero importo del tributo, prima invece in parte a carico degli occupanti degli immobili, se non utilizzati come abitazione principale. Anche in questo caso, una misura che andava potenziata, per rendere più credibile il concetto di tassa sui servizi, è stata cancellata.
5.Sono state mantenute imposizioni vessatorie come quelle sugli immobili inagibili e su quelli non utilizzati e privi di mercato per assenza di inquilini o acquirenti. Confedilizia aveva proposto di escludere dalla tassazione, almeno, le case non allacciate ai servizi pubblici o quelle che si trovano in Comuni con una popolazione inferiore a due/tremila abitanti (nelle aree interne la patrimoniale si fa sentire in modo devastante). Nulla di fatto.
Insomma, anche questa manovra è stata un’occasione persa per iniziare a invertire una rotta – quella dell’ipertassazione patrimoniale sugli immobili – che sta continuando a devastare il settore e a procurare mille altri “effetti collaterali”: erosione dei risparmi, compressione dei consumi, chiusura di imprese, perdita di posti di lavoro, riduzione delle garanzie bancarie. Quando apriranno gli occhi coloro che potrebbero fare qualcosa?
Giorgio Spaziani Testa, 11 gennaio 2020