Vi avevamo già fatto ascoltare il discorso che Carlo Calenda ha tenuto in Parlamento di fronte a Carlos Tavares, Ad di Stellantis, presentatosi di fronte alla Commissione per raccontare l’ovvio sugli extra-costi delle auto elettriche e per chiedere ulteriori incentivi statali. Bene. Oggi il leader di Azione, che nel settore automotive ci ha lavorato e da tempo tratta la vicenda dell’ex Fiat con cognizione di causa, ha messo a segno un altro affondo contro l’azienda degli Elkann.
Stellantis ferma gli stabilimenti
Chiedere incentivi ad un Paese che ha già versato molto nel settore, soprattutto a favore della Fiat, è davvero troppo. Soprattutto se poi l’azienda minaccia un’altra massa di licenziamenti. E se, notizia di oggi, non ci pensa due volte a sospendere di nuovo la produzione in altri stabilimenti (Pomegliano d’Arco, Termoli e Pratola Serra). “Queste misure sono necessarie per adeguare la produzione alle attuali condizioni di mercato e per garantire una gestione efficiente delle risorse”, fa sapere Stellantis in una nota. Resteranno ferme le linee della Panda, la linea Fire e quella GME/GSE/V6. “Stellantis – si spiega nella nota – sta affrontando un momento particolarmente complesso nel percorso di transizione a causa della mancanza di ordini legata all’andamento del mercato dei veicoli elettrificati in Europa, che sta mettendo in difficoltà tutti i produttori, soprattutto europei. Siamo determinati a garantire la continuità dei nostri impianti e delle attività in questo momento complicato e continuiamo a supportare tutti i nostri colleghi e colleghe in questa fase”.
L’affondo di Calenda
Tradotto: nessuno vuole le elettriche, quindi fermiamo la produzione, ma non facciamo marcia indietro sulle follie green e intanto chiediamo incentivi allo Stato. Facile. “Queste sono le palle che Tavares ha raccontato negli ultimi due anni – ha detto Calenda – Quello che dice lui è semplice, ‘facciamo auto elettriche costose, la differenza doverte mettercela voi’, che significa lo Stato e quindi i cittadini italiani. Ma lo Stato lo ha già fatto: ha messo oltre 13mila euro per auto. Noi abbiamo detto ‘senza impegni neanche un euro'”.
Il fatto che l’automotive stia andando male in tutta Europa, ragiona in leader di Azione, “non assolve Tavares, perché lui ha continuato a staccare assegni a lui e agli azionisti anche quando questo era chiaro. E poi perché altri gli costruttori stanno dicendo alla Commissione Ue ‘avete sbagliato a metterci pressione sull’elettrico perché non c’è mercato’, mentre lui continua a dire ‘va bene il mercato, dovete solo metterci più incentivi statali'”. Troppo semplice fare l’imprenditore con i contribuenti degli altri. “Questo modo di dire palle agli italiani non funziona”, ha aggiunto Calenda, “Tavares vuole che il conto dell’elettrico lo paghiamo noi”. Anche sui dazi, Stellantis gioca “sporco”: Tavares è contrario sì, ma secondo il leader di Azione per un motivo molto chiaro. “Perché è stata fatta una acquisizione in Cina”, quindi rischia di perderci. Tanto poi “chi se la prende in saccoccia sono gli operai e chi paga tasse”.
di Franco Lodige, 16 ottobre 2024
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