Politica

Tenda e picchetto, disastro perfetto: Schlein epurata dagli studenti

Che errore il segretario Pd che si getta a sostenere la “generazione sushi” di chi protesta per il caro affitti

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C’è quella vecchia storia del puro più puro che ti epura che è vecchia ma sempre valida. Puro nel senso di fanatico come usava negli anni ruggenti del comunismo filosovietico che voleva farci vivere tutti felici come a Praga, anche se molti lo hanno dimenticato. O fingono. O non sanno. Elly Schlein non è pura ma ha trovato chi la epura: sono i mocciosi della generazione T come tendinsta, i villeggianti del Politecnico e poi della Sapienza e poi di tutta Italia con tanto di supporto di conduttrici inginocchiate in canadese da studio televisivo, veterostalinisti di complemento, opportunisti, egocentrici. E, naturalmente, politici sul mercato elettorale: cara segretaria, io te ne porto in piazza, anzi in tenda, venti, venticinquemila in funzione anti Meloni, tu quanto mi dai? Quanti posti mi tieni?

Ma come sempre a Sinistra sanno fare casino ma non di calcolo e la reazione degli accampati no, non l’avevano considerata. Perché è ovvio che questa farsa non ha niente a che fare coi diritti, se non con quello di proprietà, da abolire, e tutto con la serena restaurazione di un sano stato gestore e programmatore. La sardina Elly difatti ci si è subito buttata a pesce, coinvolta da quel Majorino che è un re Mida alla rovescia e della situazione fuori controllo negli affitti milanesi ha pesantissime responsabilità politiche da ex assessore alle politiche sociali. E Majo però contava sul senso di impunità della Sinistra populista che dove c’è da urlacchiare al capitalismo si compatta e ha tirato dentro Elly che prima, narrano gli acta diurna, ha telefonato alla tendina bergamasca (candidatura all’orizzonte?), poi ha deciso di strafare e, stilisticamente addobbata dall’armocromista, ha fatto tanto di andare a spronare in tenuta da battaglia alla pugna, i resistenti alla Sapienza. Elly, nun t’allargà: la mejo gioventù fuoricorso l’ha pigliata contropelo inducendola a rinculare: io me n’andrei…

Gli argomenti dei nostri guevarini formato picnic non sono granché, piuttosto andanti anzi: “Il Pd dov’era quando studenti come noi sono stati manganellati a Bologna? Sono stati manganellati e sgomberati universitari per il diritto alla casa. Lei cosa ha da dire alla sua città?”. Della serie: cara compagna, noi vogliamo tutto, vogliamo fare casino e tu vai da Baglioni? Poi sono andati sul caustico, dimostrando di non aver digerito bene le passerelle sentimentali, con buona pace degli esegeti di servizio che spiegavano come l’uscita cromatica su Vogue fosse stata una mossa al limite del geniale, squisita penetrazione glamour per target politici giovanili: “Non abbiamo potuto accettare silenziosamente la passerella di Elly Schlein per riverniciare la faccia del Pd, gli stessi colpevoli della liberalizzazione del mercato degli affitti con la 431/98 e della deregolamentazione del lavoro con il Jobs Act, il tutto con il beneplacito dei sindacati concertativi”.

Se decifri il contorto stile sindacal-brigatese, il messaggio è chiarissimo: ah Elly, volemo li sordi e siccome ci vuole più stato dirigista, datte na mossa. Qui sgorga prorompente il delirio studentesco stritolato nelle contraddizioni. I nostri tendisti potevano assai lamentarsi dello stato concentrazionario che li ha chiusi dentro per due anni, invece nessuno fece un fiato allora e nessuno fa un accenno oggi. Si lagnano non si sa bene di cosa, però vogliono ancora più dirigismo, più burocrazia, più sussidi. E pretendono il Bengodi per loro sulla pelle del paese. I numeri li ha forniti Nicola Porro sulla Zuppa, sono allucinanti, per ulteriori considerazioni c’è, altrettanto imperdibile, l’intervento di Romiti su questa stessa testata: trattasi di rigurgito, o anche rutto, sessantottino con tutto ciò che ne consegue in termini di irresponsabilità e irrealismo economico. Ma dai bambini viziati della democrazia, ancora Ortega y Gasset, uno non si aspetta niente di meno.

E ora, se il lettore permette, una fragrante aporia. Le Elly, i Majo, i pacifisti, e anche il curioso personaggio, un giurista, nientemeno, che ho incontrato a un recente talk show, arrivato a vagheggiare o vaneggiare i piani quinquennali “siccome abbiamo finalmente la tecnologia che ce li consente (poco prima di era scagliato sulla medesima tecnologia del controllo di stampo imperialista americano, dove pare insegni), auspicano una sana, moderna società leninista o maoista. Ma chi scrive, un po’ di Cina l’ha visitata, inclusa quella delle campagne che sono più povere della savana africana: chi scrive ha visto, ha conosciuto ragazzini e fanciulle che dopo 3 giorni di treno si gettavano in ginocchio ai piedi del possibile padrone, e lo era davvero, per venire assunti mentre i parenti supplicavano piangendo. I pochi accettati finivano nella fabbrica totale, niente limiti di orario, niente vacanze o ferie, niente diritti e garanzie, per alloggi dei loculi da fare rimpiangere il 41bis a Cospito. Per cui, se si vuole questo tipo di capitalismo autoritario, di stato, è indecente corteggiare la nostra emolliente generazione sushi; se è il paese dei balocchi all’italiana che si vuole, allora lasciassero perdere le suggestioni cinesi o neosovietiche.

Per approfondire

Le storture, gli sciacallaggi, il circuito truffaldino degli alloggi ci sono e nessuno li discute, ma non sono questi a premere a questa spremuta di follia paleoideologica che i giovani li usa come carne da sabotaggio: il caro affitti è l’ennesimo ignobile pretesto per una sinistra ridotta a fare opposizione con le carte che ha (e che comunque funzionano, data la reazione coglionissoma del governo), a costo di cooptare i più spregiudicati e privilegiati in direzione del reality piddino. Nella loro confusa, pasticciata, fumosa sensibilità gretina, sardina e immobiliare, i petalosi villeggianti hanno intuito almeno questo e sfogano la loro invidia sociale sulla svagata, distante, e discretamente ipocrita Ellycromatica. Che non saprà chi è Nenni, non saprà chi è Secchia, ma forse ha imparato che coi puri più puri c’è da andarci, se non con le mani callose, almeno coi piedi di piombo.

“Non ci dimentichiamo i veri colpevoli di questa situazione – conclude il post – continuiamo la lotta in Sapienza e in giro per l’Italia”. La lotta finisce come era cominciata, nel ridicolo, da falce e martello a tenda e picchetto, dalla resistenza alla residenza, anzi la residency, ma qualcosa da salvare c’è: la definitiva consacrazione di Schlein all’inadeguatezza. L’apostola della gioventù da movida scomunicata da un’epistola della gioventù fricchettona. Dio salvi la segreteria, ci fa crescere sssani.

Max Del Papa, 13 maggio 2023