Esteri

L'alleanza Cina-Russia

Tensioni nel Pacifico: Russia e Cina preparano una nuova guerra?

Il legame tra Pechino e Mosca rimane controverso, ma i primi segnali di una pericolosa alleanza militare cominciano a farsi largo

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Sin dall’inizio del conflitto tra Russia ed Ucraina, un ruolo di notevole rilevanza, nonché fonte di preoccupazione per l’alleanza atlantica, è stato indubbiamente quello cinese. Che ruolo potrà giocare il regime cinese nel contesto geopolitico attuale? Pechino vorrà saldare una profonda alleanza con Mosca in un’ottica anti-occidentale, oppure sarà volta ad approfittare dell’instabilità europea proprio per sferrare il colpo definitivo a Taiwan? Ad oggi, la risposta presenta porzioni di entrambe le tesi. E la Russia pare essere il mezzo ideale per raggiungere questo fine.

Le esercitazioni militari di Russia e Cina

Nella giornata di ieri, il governo giapponese ha riportato l’incursione di quattro navi cinesi, insieme ad altre sedici, lungo i confini marini del Paese nipponico. Proprio recentemente, Tokyo aveva espresso posizioni fortemente pro-Taipei, minacciando anche l’intervento armato in caso di invasione da parte del Dragone. E quest’ultimo pare aver risposto, a modo suo.

La posizione del Giappone a favore di Taiwan, così come quella degli Stati Uniti, trova un fondamento principale: bloccare la superpotenza cinese verso il mare aperto, accaparrandosi il controllo indiretto dell’isola “ribelle”. In assenza di Taipei – e delle infinite isolette che la costeggiano da nord a sud – la Cina, infatti, potrebbe avvalersi dell’immediato sbocco sul Pacifico, oggi controllato da Usa e potenze del Quad. Tokyo, quindi, vede Taiwan come la nuova penisola coreana: un territorio che funge da collante tra occidente ed oriente, democrazia e regime, America e Cina. Vitale per la stessa economia commerciale nipponica.

Xi porge la mano a Putin

Il presidente Xi è tornato a schierarsi con la Federazione Russa anche sotto il profilo delle sanzioni: “Le sanzioni arbitrarie portano sempre a disastri mondiali“, ha affermato il leader cinese, parlando al Business Forum dei Brics, sigla che riunisce Brasile, India, Russia, Cina e Sudafrica. “I fatti hanno dimostrato più volte che le sanzioni sono un boomerang, una spada a doppio taglio”. Insomma, “un campanello d’allarme che rischia di portare all’espansione delle alleanze militari”.

Da una parte, Pechino sembra voler porgere la mano alla Russia di Putin, manifestando la propria contrarietà nell’applicazione delle sanzioni. Dall’altra, però, pare lanciare un messaggio premonitore: il rischio di “espansione delle alleanze militari”. Chissà se il presidente cinese si riferisca alla Nato, in relazione alle richieste di adesione prima ucraine, poi di Svezia e Finlandia, oppure voglia lanciare un avvertimento velato su quello che potrà succedere fra poco a Taiwan.

Nel frattempo, anche i legami economici tra Pechino e Mosca cominciano convintamente a saldarsi. La Russia garantisce uno sconto pari al 30 per cento sul greggio importato dalla Cina, mentre quest’ultima dipende dal petrolio del Cremlino per oltre il 55 per cento. Insomma, almeno sotto questo profilo, il Dragone non può fare a meno di Mosca e Mosca non può fare a meno del Dragone, soprattutto per far fronte alle innumerevoli sanzioni occidentali – solo per quest’anno, infatti, le stime del Pil russo superano il -8 per cento, oltre ad un’inflazione pari al 17.1 per cento.

Cina e Russia si trovano davanti ad un bivio: continueranno a mantenere lo storico rapporto di amicizia-inimicizia oppure decideranno di unirsi, proprio per sconfiggere il nemico comune occidentale? Ad oggi, la domanda è ancora un mistero. Di certo, però, entrambi gli scenari dovrebbero seriamente preoccupare l’alleanza atlantica.

Matteo Milanesi, 22 giugno 2022