Sul Corvetto “la posta in gioco è massima”, come canta Frankie Hi-Nrg, e la distorsione, la strumentalizzazione deve essere massima: c’è da completare l’islamizzazione milanese, italiana, la prevalenza del maranza che la sinistra miserabile si illude di gestire mettendo in conto ogni prezzo pur di minare, per il momento, il potere della eterna parvenu, la Meloni che però resiste, è sempre meno parvenu e allora ben vengano i balordi che si accoppano tra di loro se servono a far ricadere la colpa sulla Giorgia dei mille vertici e dei mille abbracci, responsabile presunta della morte di un maranza e, più certa, più reale della soggezione, se non sottomissione, al crimine a prato basso che divora le città. Milano in primis. Coi gendarmi mandati a compiti di esclusivo contenimento, di argine fisico, insomma bersagli fissi o mobili senza reagire, scogli di carne nel mare sconvolto della ferocia che si spaccia per mancata integrazione. Mancata per colpa di chi se non di chi la predica, in modo irresponsabile, da trentacinque anni?
Ma che gli fa? Adesso due teneri maranza non possono neanche più sfrecciare a tutto gas per Corso Como? Ma dove siamo arrivati, se gli sbirri pretendono ancora di fare il mestiere loro, inseguirli, fermarli, applicare le leggi e quelli scappano e vanno ad impastarsi lasciandoci la pelle? La malafede è massima e si articola nella cialtronaggine di dei giornali e dei programmi di sinistra, del parassitismo benpensante di sinistra incluso il clero vaticano e bergogliano: ah, questa Italia odia i giovani, è razzista, non sa integrare, è repressiva, ma che vuole questa gente becera, reazionaria che pretende sicurezza, che sta sempre a lamentarsi se la stuprano un po’ o le passano sopra con la moto, per alleggerirla o per pura manifestazione di impunità?
Difatti al Corvetto va a finire coi maranza dell’intera cintura, di tutti i quartieri che sciamano al grido: qui comandiamo noi, la polizia se ne stia lontana. E la polizia, tenuta ad applicare gli ordini che le giungono dall’alto, da un ministro di polizia possibilista e debole, recepisce il messaggio. Meglio non creare problemi! Fino al climax della magistratura che indaga, a monito futuro, in modo esemplare, i due della pattuglia che si illudevano di bloccare i rapinatori, di applicare la legge. Sospetti assassini, in base alle testimonianze, pensate un po’? Dei maranza, in primis quello coinvolto, che fin che può si sorregge sulle menzogne della stampa, dei colleghi maranza, cui la magistratura ostenta di credere.
Poi esce un filmato, a “Dritto e rovescio”, dove si ricostruisce una verità che in pratica è una confessione, allucinante, ma inequivocabile: sì, sono scappati, sì, Fares l’algerino guida come un pazzo per 8 chilometri tagliando mezza Milano, il centro messo in panico, semafori rossi saltati, gincane fra auto e passanti sconvolti, senza patente, su uno scooter, non vogliono farsi beccare, l’idiota non capisce che ormai è inutile, il compare, Ramy, l’egiziano, forse gli dice di fermarsi, che ha perso il casco, ma l’altro corre sempre più veloce finché in via Ripamonti non centra un marciapiede e l’altro vola via.
Davvero vogliono dare la colpa alle gazzelle dei carabinieri? E che altro potevano dire le mille voci della falsità, dello stravolgimento se addosso ai due balordi trovano l’armamentario, il coltello, lo spray urticante, soldi in contanti, catenine? Eh, cose minime, che non depongono, la colpa è di chi, con la divisa addosso, impedisce l’integrazione che sta nell’impunità, nel sacrosanto diritto di delinquere. E già fioriscono i cori, uno cento mille Ramy, siamo tutti Ramy, tutti disposti al peggio, Corvetto è nostro, Milano è nostra e ciascuno si faccia i fatti suoi.
Il sindaco Sala, non ha minimizzato, con una delle sue frasi prive di senso, “Milano resta inclusiva”? Non ha invitato la famiglia del rapinatore ammazzato dal compare a Palazzo Marino, in pompa magna, dando un preciso segnale? E il segnale è duplice, in favore della integrazione malata e comunque impossibile, e contro chi ancora pretende di applicare la legge, di difendere il poco che resta della sicurezza civile, sociale, indossando una divisa. Illusi! Coglioni! Il mondo al contrario? Ma su, lasciamo stare le formule dei generalini che fanno la X della “Decima” mentre a fianco un mezzo maranza coi soldi svapora di canne. Che rigore, che durezza, il Vannacci che doveva rimettere a posto l’Italia! E al cospetto di tanto ospite non dice una parola sullo sconcio di due carabinieri, due militari trattati da possibili killer, quando le cose sono andate, quelle sì, al contrario e tutti lo sanno ma lo negano con la dovuta arroganza.
Nessun Paese può reggere questo, nessuna civiltà può sopportare un simile cortocircuito, ma sembra non importare più a nessuno: paura e delirio a Milano, ma va bene così, a chi tocca tocca, le vittime stravolte in carnefici, i carnefici in vittime, la politica che cavalca il malaffare o non ha alcuna intenzione di arginarlo, primum vivere, chi se lo può permettere, deinde administrare; tutto che si tiene: se passate dalle parti di Città Studi, per la sconfinata università diffusa, trovate le tendopoli dei “palestinesi” pro Hamas e le scritte deliranti che inneggiano al terrorismo islamista, alla mattanza degli sbirri, alla prevalenza dei maranza che capiscono ogni giorno di più di avere campo libero e si sentono autorizzati ad inveire, a provocare giudici e sbirri che non infieriscono più di tanto, che al fondo li tutelano, li proteggono. Quando potrebbero facilmente spazzarli via, come bofonchiano in molti fra di loro.
La conseguenza è di una esasperazione montante, se non nella plebe rassegnata certamente nei corpi di sicurezza, il che non è mai un bel segnale in senso democratico. Ma si direbbe che a certe conseguenze siano disposti, se non orientati, un po’ tutti nel marasma generale, nella pazzia totale che avvolge il Corvetto, Milano, l’Italia, l’Europa.
Max Del Papa, 14 dicembre 2024
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