Novità importanti, quelle che arrivano dalla Svezia, dove il governo di Stoccolma ha annunciato la scoperta del più importante giacimento di terre rare in Europa, rivenuto a 150 chilometri a Nord del circolo polare artico, in una regione svedese tradizionalmente mineraria. La scoperta pare essere una svolta per l’intero continente, e questo in particolare per il ruolo decisivo che le terre rare svolgono nella produzione di elementi altamente tecnologici, come le batterie.
Fino ad oggi, la Cina risulta essere stato il principale Paese esportatore di terre rare in Europa, fino a sfondare quota 91 per cento. Eppure, nonostante l’ultima scoperta, c’è il rischio che questa fortissima dipendenza possa ancora prolungarsi nel tempo. A causa dei numerosi iter autorizzativi per lo sfruttamento di queste risorse, c’è il serio pericolo che se ne possa parlare addirittura tra 10 o 15 anni, rischiando di ingrassare ulteriormente la casse e le esportazioni del regime di Pechino.
Lo ha specificato l’ad della società pubblica mineraria svedese, Jan Moström, al Sole 24 Ore, rimanendo però ottimista sulla possibilità di abbreviare radicalmente i tempi burocratici: “Gli iter sono stati messi a punto quando avevamo il lusso di poter aspettare. Oggi, c’è urgenza di sfruttare il giacimento e dobbiamo fare in modo che i tempi autorizzativi vengano diminuiti, sperabilmente del 50-60 per cento”.
Tra le terre rare potenzialmente a disposizione vi sono il litio, lo scandio ed il lantanio, anche se non si conoscono ancora i costi di sfruttamento e le effettive dimensioni delle riserve: “Potremo avere stime precise solo tra uno o due anni”, ha aggiunto l’amministratore delegato.
Nonostante tutto, il via libera per l’inizio dei lavori è già arrivato. Come specificato dal Sole 24 Ore: “La società sta già costruendo un tunnel sotterraneo per collegare le nuove riserve con il giacimento di ferro di Kiruna, che le autorità svedesi stanno sfruttando dall’inizio del Novecento e che ha portato alla nascita della città, oggi abitata da circa 20mila anime”. E ancora: “Sempre secondo le autorità svedesi, la nuova scoperta potrebbe essere sufficiente per rispondere alla domanda europea dei magneti permanenti, utilizzati nella produzione di motori elettrici”, un altro settore dove la Cina si sta rivelando – tanto per cambiare – il più grande produttore mondiale.